Argumentos y libretos de óperas

“La Bohème” de Giacomo Puccini

La Bohème (La bohemia) es una ópera en cuatro actos con música de Giacomo Puccini (Lucca, 1858 – Bruselas, 1924). El libreto se basa en la novela por entregas Scènes de la vie de bohème de Henry Murger, publicada en la revista literaria parisiense Le Corsaire a lo largo de cinco años (1845 - 1849). Los encargados de simplificar y aunar los diferentes episodios de la novela para así confeccionar el libreto fueron Luigi Illica y Giuseppe Giacosa.

El estreno de La Bohème tuvo lugar en el Teatro Regio de Turín el 1 de febrero de 1896. Mimí fue cantada por la soprano Cesira Ferrani, y el tenor Evan Gorga dio vida a Rodolfo. La orquesta tocó bajo la dirección del joven Arturo Toscanini.

Personajes

  • RodolfoPoeta, amante de Mimí — tenor
  • MimíModista, amante de Rodolfosoprano
  • MarcelloPintor, amante de Musetta — barítono
  • MusettaCantante, amante de Marcelosoprano
  • SchaunardMúsico — barítono
  • CollineFilósofo — bajo
  • BenoîtCasero — bajo
  • AlcindoroConsejero estatal, protector de Musetta — bajo
  • ParpignolVendedor de juguetes — tenor
  • SargentoSargento de aduanas — bajo
  • Estudiantes, trabajadoras, ciudadanos, dependientes, vendedores callejeros, soldados, camareros, niños — coro

Libreto en italiano y español

La acción se desarrolla en el Barrio Latino de París en el año 1840

ATTO I
In Soffitta

(Amplia finestra dalla quale si scorge
una distesa di tetti coperti di neve. A
sinistra, un camino. Una tavola, un
letto, un armadietto, una piccola 
libreria, quattro sedie, un cavalletto
da pittore con una tela sbozzata ed
uno sgabello: libri sparsi, molti fasci
di carte, due candelieri. Uscio nel
mezzo, altro a sinistra. Rodolfo 
guarda meditabondo fuori della 
finestra. Marcello lavora al suo
quadro: «Il passaggio del Mar
Rosso», con le mani intirizzite dal 
freddo e che egli riscalda alitandovi 
su di quando in quando, mutando, 
pel gran gelo, spesso posizione)

MARCELLO 
(seduto, continuando a dipingere)
Questo Mar Rosso mi ammollisce
e assidera come se addosso 
mi piovesse in stille. 
Per vendicarmi, affogo un Faraon!

(Torna al lavoro. A Rodolfo)

Che fai? 

RODOLFO 
(volgendosi un poco)
Nei cieli bigi 
guardo fumar dai mille 
comignoli Parigi 

(additando il camino senza fuoco)

e penso a quel poltrone 
di un vecchio caminetto ingannatore 
che vive in ozio 
come un gran signore. 

MARCELLO 
Le sue rendite oneste 
da un pezzo non riceve. 

RODOLFO 
Quelle sciocche foreste 
che fan sotto la neve? 

MARCELLO 
Rodolfo, io voglio dirti 
un mio pensier profondo:

(Soffiandosi le ditta)

ho un freddo cane. 

RODOLFO 
(avvicinandosi a Marcello)
Ed io, Marcel, non ti nascondo 
che non credo al sudore della fronte. 

MARCELLO 
Ho ghiacciate le dita; 
quasi ancora le tenessi immollate 
giù in quella gran ghiacciaia 
che è il cuore di Musetta... 

(Lascia sfuggire un lungo sospirone,
e tralascia di dipingere, deponendo
tavolozza e pennelli) 

RODOLFO 
L'amore è un caminetto 
che sciupa troppo... 

MARCELLO 
... e in fretta! 

RODOLFO 
... dove l'uomo è fascina... 

MARCELLO 
... e la donna è l'altare... 

RODOLFO 
... l'uno brucia in un soffio... 

MARCELLO 
... e l'altro sta a guardare!. 

RODOLFO 
Ma intanto qui si gela! ... 

MARCELLO 
... e si muore d'inedia!... 

RODOLFO 
Fuoco ci vuole... 

MARCELLO 
(afferrando una sedia e facendo 
atto di spezzarla)
Aspetta... sacrifichiam la sedia!

(Rodolfo impedisce con energia l'atto 
di Marcello con gioia ad un'idea che 
gli è balenata) 

RODOLFO 
Eureka!

MARCELLO 
Trovasti? 

RODOLFO
(Corre alla tavola e ne leva un
voluminoso scartafaccio) 
Sì. Aguzza 
l'ingegno. L'idea vampi in fiamma. 

MARCELLO 
(additando il suo quadro)
Bruciamo il Mar Rosso? 

RODOLFO 
No. Puzza la tela dipinta. 
Il mio dramma..., 
L'ardente mio dramma ci scaldi. 

MARCELLO 
(con comico spavento)
Vuoi leggerlo forse? 
Mi geli. 

RODOLFO 
No, 
in cener la carta si sfaldi 
e l'estro rivoli ai suoi cieli. 

(con importanza)

Al secol gran danno minaccia... 
E Roma in periglio... 

MARCELLO 
(con esagerazione)
Gran cor! 

RODOLFO 
A te l'atto primo. 

MARCELLO 
Qua. 

RODOLFO 
Straccia. 

MARCELLO 
Accendi. 

(Rodolfo batte un acciarino accende,
una candela e va al camino con
Marcello: insieme dànno fuoco a 
queila parte dello scartafaccio 
buttato sul focolare, poi entrambi 
prendono  delle sedie e seggono, 
riscaldandosi voluttuosamente)

RODOLFO, MARCELLO
Che lieto baglior!

(Si apre con fracasso la porta in fondo
ed entra Colline gelato, intirizzito,
battendo i piedi, gettando con ira sulla
tavola un pacco di libri legato con un
fazzoletto) 

COLLINE 
Già dell'Apocalisse 
appariscono i segni. 
In giorno di vigilia 
non si accettano pegni!

(Si interrompe sorpreso, vedendo
fuoco nel caminetto)

Una fiammata! 

RODOLFO 
(a Colline)
Zitto, 
si dà il mio dramma. 

MARCELLO 
... al fuoco. 

COLLINE 
Lo trovo scintillante. 

RODOLFO 
Vivo. 

(Il fuoco diminuisce. )

COLLINE 
Ma dura poco. 

RODOLFO 
La brevità, gran pregio. 

COLLINE 
(levandogli la sedia)
Autore, a me la sedia. 

MARCELLO 
Questi intermezzi 
fan morire d'inedia. 
Presto!. 

RODOLFO 
(Prende un'altra parte dello
scartafaccio) 
Atto secondo. 

MARCELLO 
(a Colline) 
Non far sussurro. 

(Rodolfo straccia parte dello scartafaccio 
e lo getta sul camino: il fuoco si ravviva. 
Colline avvicina ancora più la sedia e si 
riscalda le mani: Rodolfo è in piedi, 
presso ai due, col rimanente dello 
scartafaccio) 

COLLINE 
Pensier profondo! 

MARCELLO 
Giusto color! 

RODOLFO 
In quell'azzurro guizzo languente 
Sfuma un'ardente scena d'amor.... 

COLLINE 
Scoppietta un foglio. 

MARCELLO 
Là c'eran baci! 

RODOLFO 
Tre atti or voglio 
d'un colpo udir.

(Getta al fuoco il rimanente dello
scartafaccio) 

COLLINE 
Tal degli audaci l'idea s'integra. 

TUTTI
(Applaudono entusiasticamente)
Bello in allegra vampa 
svanir. 

(La fiamma dopo un momento
iminuisce) 

MARCELLO 
Oh! Dio... già s'abbassa la fiamma. 

COLLINE 
Che vano, che fragile dramma! 

MARCELLO 
Già scricchiola, increspasi, muore. 

COLLINE, MARCELLO 
(Il fuoco è spento)
Abbasso, abbasso l'autore

(Dalla porta di mezzo entrano due
Garzoni, portando l'uno provviste di
cibi, bottiglie di vino, sigari, e l'altro un
fascio di legna. Al rumore, i tre innanzi
al camino si volgono e con grida di
meraviglia si slanciano sulle provviste
portate dal garzone e le depongono sul
tavolo. Colline prende la legna e la
porta presso il caminetto: comincia a 
far sera.) 

RODOLFO 
Legna! 

MARCELLO 
Sigari ! 

COLLINE 
Bordò! 

RODOLFO 
Legna! 

MARCELLO 
Bordò! 

TUTTI 
Le dovizie d'una fiera 
il destin ci destinò.

(I garzoni partono. Schaunard entra
dalla porta di mezzo con aria di trionfo,
gettando a terra alcuni scudi)

SCHAUNARD 
La Banca di Francia 
per voi si sbilancia. 

COLLINE 
(raccattando gli scudi insieme a 
Rodolfo e Marcello) 
Raccatta, raccatta! 

MARCELLO 
(incredulo) 
Son pezzi di latta!... 

SCHAUNARD 
(mostrandogli uno scudo) 
Sei sordo?... Sei lippo? 
Quest'uomo chi è? 

RODOLFO 
(inchinandosi) 
Luigi Filippo! 
M'inchino al mio Re! 

TUTTI 
Sta Luigi Filippo ai nostri pie' 

(Depongono gli scudi sul tavolo.
Schaunard vorrebbe raccontare la sua
fortuna, ma gli altri non lo ascoltano:
vanno e vengono affaccendati
disponendo ogni cosa sul tavolo.) 

SCHAUNARD 
Or vi dirò: quest'oro, 
o meglio argento, 
ha la sua brava istoria... 

RODOLFO
(ponendo la legna nel camino) 
Riscaldiamo il camino! 

COLLINE 
Tanto freddo ha sofferto. 

SCHAUNARD 
Un inglese... un signor... lord 
o milord che sia, volea 
un musicista... 

MARCELLO 
(gettando via il pacco di libri di 
Colline dal tavolo) 
Via! Prepariamo la tavola! 

SCHAUNARD 
Io? volo! 

RODOLFO 
L'esca dov'è? 

COLLINE 
Là. 

(Accendono un gran fuoco sul camino)

MARCELLO 
Prendi qua. 

SCHAUNARD 
E mi presento. 
M'accetta, gli domando... 

(mettendo a posto le vivande, mentre
Rodolfo accende l'altra candela)

COLLINE 
Arrosto freddo! 

MARCELLO 
Pasticcio dolce! 

SCHAUNARD 
A quando le lezioni?... 

(visto che nessuno presta attenzione)

Mi presento, m'accetta,
gli domando: 
A quando le lezioni?
Risponde: 

(Imitando l'accento inglese)

"Incominciam... Guardare!" 
E un pappagallo 
m'addita al primo piano, 
Poi soggiunge: 
"Voi suonare finché quello morire!"

RODOLFO 
Fulgida folgori la sala splendida. 

MARCELLO 
(Mette le due candele sul tavolo ) 
Or le candele! 

SCHAUNARD 
E fu così: 
Suonai tre lunghi dì... 
Allora usai l'incanto 
di mia presenza bella... 
Affascinai l'ancella... 
Gli propinai prezzemolo!... 

MARCELLO
Mangiar senza tovaglia?

RODOLFO
No: un'idea!

(Levando di tasca un giornale 
e spiegandolo)

MARCELLO, COLLINE
Il Costituzional!

RODOLFO
Ottima carta...
Si mangia e si divora un'appendice!

(Dispongono il giornale come una
tovaglia: Rodolfo e Marcello 
avvicinano le quattro sedie al tavolo, 
mentre Colline é sempre affacendato 
coi piati di vivande)

SCHAUNARD
Lorito allargò l'ali, 
Lorito il becco aprì,
un poco di prezzemolo; 
da Socrate morì!

(Vedendo che nessuno gli bada, afferra
Colline che gli passa vicino con un
piatto.) 

COLLINE 
(A Schaunard)
Chi?!... 

SCHAUNARD 
(urlando indispettito) 
Che il diavolo vi porti tutti quanti! 

(Poi, vedendoli in atto di mettersi a
mangiare il pasticcio freddo:) 

Ed or che fate? 

(Con gesto solenne stende la mano sul
pasticcio ed impedisce agli amici di
mangiarlo; poi leva le vivande dal
tavolo e le mette nel piccolo armadio) 

No! Queste cibarie 
sono la salmeria 
pei dì futuri 
tenebrosi e oscuri. 
Pranzare in casa il dì della vigilia 
mentre il Quartier Latino le sue vie 
addobba di salsicce e leccornie? 
Quando un olezzo di frittelle imbalsama 
le vecchie strade? 
Là le ragazze cantano contente...

TUTTI 
(Circondano ridendo Schaunard) 
La vigilia di Natal! 

SCHAUNARD 
Ed han per eco ognuna 
uno studente! 
Un po' di religione, 
o miei signori: 
si beva in casa, 
ma si pranzi fuori. 

(Rodolfo chiude la porta a chiave, poi
tutti vanno intorno al tavolo e versano 
il vino)

BENOÎT 
(di fuori, battendo due colpi alla porta)
Si può? 

MARCELLO 
Chi è là? 

BENOÎT
Benoît! 

MARCELLO 
Il padrone di casa!

(Depongono i bicchieri) 

SCHAUNARD 
Uscio sul muso. 

COLLINE 
(Grida) 
Non c'è nessuno. 

SCHAUNARD 
È chiuso. 

BENOÎT
Una parola. 

SCHAUNARD 
(Dopo essersi consultato cogli altri, 
va ad aprire)
Sola! 

(Entra sorridente Benoît)

BENOÎT
(vede Marcello e mostrandogli 
una carta) 
Affitto! 

MARCELLO 
(ricevendolo con grande cordialità) 
Olà! Date una sedia. 

RODOLFO 
Presto. 

BENOÎT
(schermendosi) 
Non occorre. Vorrei... 

SCHAUNARD 
(Insistendo con dolce violenza, 
lo fa sedere) 
Segga. 

MARCELLO
(Gli versa del vino).
Vuol bere? 

BENOÎT
Grazie. 

RODOLFO, COLLINE 
Tocchiamo. 

SCHAUNARD
Beva.

(Tutti bevono. Benoît, Rodolfo, Marcello
e Schaunard seduti, Colline in piedi.
Benoît depone il bicchiere e si rivolge 
a Marcello mostrandogli la carta.) 

BENOÎT
Questo è l'ultimo trimestre..... 

MARCELLO 
(con ingenuità) 
Ne ho piacere. 

BENOÎT
E quindi... 

SCHAUNARD 
(interrompendolo) 
Ancora un sorso.

(riemple i bicchieri.) 

BENOÎT
Grazie. 

RODOLFO, COLLINE
(Alzandosi)
Tocchiamo

(Toccando tutti il bicchiere 
di Benoît)

TUTTI 
(Alzandosi)
Alla sua salute! 

(Si siedono e bevono. Colline va 
a prendere lo sgabello presso il
cavalletto e si siede anche lui.) 

BENOÎT
(riprendendo con Marcello) 
A lei ne vengo 
perché il trimestre scorso 
mi promise... 

MARCELLO 
Promisi ed or mantengo. 

(mostrando a Benoît gli scudi che 
sono sul tavolo) 

RODOLFO 
(con stupore, piano a Marcello) 
Che fai?... 

SCHAUNARD 
Sei pazzo? 

MARCELLO 
(a Benoît, senza badare ai due) 
Ha visto? Or via, 
resti un momento in nostra 
compagnia. 

(Appoggiando i gomiti sulla tavola)

Dica: quant'anni ha, 
caro signor Benoît? 

BENOÎT
Gli anni?... Per carità! 

RODOLFO 
Su e giù la nostra età. 

BENOÎT
(protestando) 
Di più, molto di più. 

(Mentre fanno chiacchierare Benoît,
gli riempiono il bicchiere appena 
egli l'ha vuotato.) 

COLLINE 
Ha detto su e giù. 

MARCELLO 
(abbassando la voce e con tono 
di frberia) 
L'altra sera al Mabil... 
L'hanno colto 
in peccato d'amore. 

BENOÎT
(inquieto) 
Io? 

MARCELLO 
Neghi. 

BENOÎT
Un caso. 

MARCELLO 
(lusingandolo) 
Bella donna! 

BENOÎT
(mezzo brillo, con subito moto) 
Ah! molto. 

SCHAUNARD 
(Gli batte una mano sulla spalla.) 
Briccone !

RODOLFO 
Briccone ! 

COLLINE 
(Fa lo stesso sull'altra spalla)
Seduttore ! 

MARCELLO 
(magnificando) 
Una quercia!... un cannone!

RODOLFO 
L'uomo ha buon gusto. 

BENOÎT
(Ridendo)
Eh! Eh!

MARCELLO
il crin ricciuto e fulvo. 

SCHAUNARD
Briccone!

MARCELLO 
Ei gongolava arzillo, pettoruto. 

BENOÎT
Son vecchio, ma robusto. 

COLLINE, SCHAUNARD, RODOLFO 
(con gravità ironica) 
Ei gongolava arzuto e pettorrillo. 

MARCELLO 
E a lui cedea 
la femminil virtù. 

BENOÎT
(in piena confidenza) 
Timido in gioventù, 
ora me ne ripago... 
Si sa, è uno svago 
qualche donnetta allegra... e... 
un po'... 

(accenna a forme accentuate) 

Non dico una balena, 
o un mappamondo, 
o un Viso tondo da luna piena, 
ma magra, proprio magra, no e 
poi no! 
Le donne magre 
sono grattacapi 
e spesso... sopracapi... 
e son piene di doglie, 
per esempio... 
mia moglie... 

(Marcello dà un pugno sulla tavola
e si alza: gli altri lo imitano: Benoît 
li guarda sbalordito.) 

MARCELLO 
(con forza) 
Quest'uomo ha moglie 
e sconce voglie ha 
nel cor! 

GLI ALTRI 
Orror! 

RODOLFO 
E ammorba, e appesta 
la nostra onesta magion! 

(Benoît, allibito, si alza e tenta
inutilmente di parlare)

GLI ALTRI 
Fuor! 

MARCELLO 
Si abbruci dello zucchero. 

COLLINE 
Si discacci il reprobo. 

SCHAUNARD 
È la morale offesa 
che vi scaccia! 

BENOÎT
(Allibito, tenta inutilmente di parlare) 
Io di... Io di... 

RODOLFO, COLLINE, MARCELO
(Circondano Benoît sospingendolo 
verso la porta) 
Silenzio! 

BENOÎT
(sempre più sbalordito) 
Miei signori... 

GLI ALTRI
(spingendo Benoît fuori dalla porta)
Silenzio ! .... Via signore! ....

(sulla porta guardando verso il
pianerottolo sulla scala) 

Via di qua! ... 
e buona sera 
a Vostra signoria. 
Ah! ah! ah!...

(ritornando nel mezzo della scena,
ridendo) 

Ah! ah! ah! ah! 

MARCELLO 
(chiudendo l'uscio) 
Ho pagato il trimestre. 

SCHAUNARD 
Al Quartiere Latino 
ci attende Momus. 

MARCELLO 
Viva chi spende! 

GLI ALTRI
Dividiamo il bottino!

(Dividono gli scudi rimasti sul tavolo)

RODOLFO, COLLINE 
Dividiam! 

MARCELLO 
(presentando uno specchio rotto a
Colline) 
Là ci sono beltà 
scese dal cielo. 
Or che sei ricco, 
bada alla decenza! 
Orso, ravviati il pelo. 

COLLINE 
Farò la conoscenza 
la prima volta 
d'un barbitonsore. 
Guidatemi al ridicolo 
oltraggio d'un rasoio. 

MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE 
(Comicamente)
Andiamo. 

RODOLFO 
Io resto per terminar 
l'articolo di fondo del Castoro.

MARCELLO 
Fa presto. 

RODOLFO 
Cinque minuti. Conosco il mestiere. 

COLLINE 
Ti aspetterem dabbasso 
dal portiere. 

MARCELLO 
Se tardi, udrai che coro! 

RODOLFO 
Cinque minuti. 

(Prende un lume ed apre l'uscio:
Marcello, Schaunard e Colline 
escono e scendono la scala.) 

SCHAUNARD 
(uscendo) 
Taglia corta la coda al tuo Castoro! 

MARCELLO 
(di fuori) 
Occhio alla scala. Tienti 
alla ringhiera. 

RODOLFO 
(sul pianerottolo, presso l'uscio aperto,
alzando il lume) 
Adagio! 

COLLINE 
(di fuori) 
È buio pesto. 

(Le voci di Marcello, Schaunard e
Colline si fanno sempre più lontane) 

SCHAUNARD 
Maledetto portier! 

(Rumore d'uno che ruzzola). 

COLLINE 
(Gridando)
Accidenti! 

RODOLFO 
Colline, sei morto? 

COLLINE 
(lontano, dal basso della scala) 
Non ancor! 

MARCELLO 
Vien presto! 

(Rodolfo chiude l'uscio, depone 
il lume, sgombra un angolo del 
tavolo, vi colloca calamaio e 
carta, poi siede e si mette a
scrivere dopo aver spento l'altro lume
rimasto acceso: si interrompe, pensa,
ritorna a scrivere, s'inquieta, distrugge
lo scritto e getta vi a la penna) 

RODOLFO 
(sfiduciato) 
Non sono in vena. 

(Si bussa timidamente all'uscio) 

Chi è là? 

MIMÌ 
(di fuori) 
Scusi. 

RODOLFO 
(alzandosi) 
Una donna! 

MIMÌ 
Di grazia, 
mi si è spento 
il lume. Vorrebbe...?

RODOLFO 
(Corre ad aprire) 
S'accomodi un momento. 

MIMÌ
(sull'uscio, con un lume spento in 
mano ed una chiave) 
Non occorre. 

RODOLFO 
(insistendo) 
La prego, entri. 

(Mimì, entra, ma subito è presa 
da soffocazione) 

RODOLFO 
(premuroso) 
Si sente male? 

MIMÌ 
No... nulla. 

RODOLFO 
Impallidisce ! 

MIMÌ 
(presa da tosse) 
Il respir... 
Quelle scale... 

(Sviene, e Rodolfo è appena a tempo 
di sorreggerla ed adagiarla su di una
sedia, mentre dalle mani di Mimì 
cadono candeliere e chiave) 

RODOLFO 
(imbarazzato) 
Ed ora come faccio?... 

(Va a prendere dell'acqua e ne spruzza 
il viso di Mimì.) 

Così!

(guardandola con grande interesse) 

Che viso da malata! 

(Mimì rinviene) 

Si sente meglio? 

MIMÌ 
(con un filo di voce) 
Sì. 

RODOLFO 
Qui c'è tanto freddo. 
Segga vicino al fuoco. 

(Mimì fa cenno di no) 

Aspetti.. 
un po' di vino... 

MIMÌ 
Grazie... 

RODOLFO 
(Le dà il bicchiere e le versa da bere) 
A lei. 

MIMÌ 
Poco, poco. 

RODOLFO 
Così? 

MIMÌ 
Grazie. 

(Beve.) 

RODOLFO 
(ammirandola) 
Che bella bambina!

MIMÌ 
(Levandosi, cerca il suo candeliere) 
Ora permetta 
che accenda il lume. 
È tutto passato. 

RODOLFO 
Tanta fretta? 

MIMÌ 
Sì. 

(Rodolfo scorge a terra il candeliere, 
lo raccoglie, accende e lo consegna a
Mimì senza far parola) 

MIMÌ 
(S'avvia per uscire)
Grazie. Buona sera. 

RODOLFO 
(L'accompagna fino all'uscio) 
Buona sera. 

(Ritorna subito al lavoro) 

MIMÌ 
(Esce)
Oh ! sventata !

(reintrando in scena e fermandosi 
sul. Limitare della porta che rimane 
aperta)

La chiave della stanza 
dove l'ho lasciata? 

RODOLFO 
Non stia sull'uscio; i
l lume vacilla al vento. 

(Il lume di Mimì si spegne) 

MIMÌ 
Oh Dio! 
Torni ad accenderlo. 

(Accorre colla sua candela per
riaccendere quella di Mimì, ma
avvicinandosi alla porta anche il suo
lume si spegne e la camera rimane
buia.) 

RODOLFO
Oh Dio!... Anche il mio s'è 
spento! 

MIMÌ 
(Avanzandosi a tentoni, incontra il
tavolo e vi depone il suo candeliere.) 
E la chiave ove sarà?... 

RODOLFO 
(Si trova presso la porta e la chiude.) 
Buio pesto! 

MIMÌ 
Disgraziata! 

RODOLFO 
Ove sarà? 

MIMÌ 
Importuna è la vicina... 

RODOLFO 
(Si volge dalla parte ove ode la voce 
di Mimì) 
Ma le pare?... 

MIMÌ 
(Ripete con grazia, avanzandosi 
ancora cautamente) 
Importuna è la vicina... 

(Cerca la chiave sul pavimento,
strisciando i piedi) 

RODOLFO 
Cosa dice, ma le pare! 

MIMÌ 
Cerchi. 

RODOLFO 
(Urta nel tavolo, vi depone il suo
candeliere e si mette a cercare la chiave
brancicando le mani sul pavimento) 
Cerco.

MIMÌ 
Ove sarà?... 

RODOLFO 
(Trova la chiave e lascia 
sfuggire una esclamazione,
poi subito pentito mette 
la chiave in tasca.) 
Ah ! 

MIMÌ 
L'ha trovata?... 

RODOLFO 
No! 

MIMÌ 
Mi parve... 

RODOLFO 
In verità... 

MIMÌ 
(Cerca a tastoni) 
Cerca? 

RODOLFO
(Finge di cercare, ma guidato dalla 
voce e dai passi di Mimì, tenta
di avvicinarsi)
Cerco ! 

(Mimì china a terra, cerca sempre
tastoni: in questo momento Rodolfo si è
avvicinato ed abbassandosi esso pure, 
la sua mano incontra quella di Mimì)

MIMÌ 
(sorpresa) 
Ah! 

RODOLFO 
(tenendo la mano di Mimì, con 
voce piena di emozione) 
Che gelida manina! 
Se la lasci riscaldar. 
Cercar che giova? 
Al buio non si trova. 
Ma per fortuna 
è una notte di luna, 
e qui la luna l'abbiamo vicina. 

(Mimì vorrebbe ritirame la mano)

Aspetti, signorina, 
le dirò con due parole 
chi son, che faccio e come vivo. 
Vuole? 

(Mimì tace: Rodolfo lascia la mano di
Mimì, la quale indietreggiando trova
una sedia sulla quale si lascia quasi
cadere affranta dall'emozione.) 

Chi son? Sono un poeta. 
Che cosa faccio? Scrivo. 
E come vivo? Vivo. 
In povertà mia lieta 
scialo da gran signore 
rime ed inni d'amore. 
Per sogni, per chimere 
e per castelli in aria 
l'anima ho milionaria. 
Talor dal mio forziere 
ruban tutti i gioielli 
due ladri: gli occhi belli. 
V'entrar con voi pur ora 
ed i miei sogni usati 
e i bei sogni miei 
tosto son dileguar! 
Ma il furto non m'accora, 
poiché vi ha preso stanza 
la dolce speranza! 
Or che mi conoscete, 
parlate voi. Deh, parlate.
Chi siete? 
Via piaccia dir? 

MIMÌ
(È un po' titubante, poi si decide
a parlare; sempre seduta) 
Sì. 
Mi chiamano Mimì, 
ma il mio nome è Lucia. 
La storia mia è breve. 
A tela o a seta 
ricamo in casa e fuori... 
Son tranquilla e lieta 
ed è mio svago 
far gigli e rose. 
Mi piaccion quelle cose 
che han sì dolce malìa, 
che parlano d'amor, 
di primavere, 
che parlano di sogni 
e di chimere, 
quelle cose che han nome poesia... 
Lei m'intende? 

RODOLFO 
(commosso) 
Sì. 

MIMÌ 
Mi chiamano Mimì, 
il perché non so. 
Sola, mi fo il pranzo 
da me stessa. 
Non vado sempre a messa, 
ma prego assai il Signore. 
Vivo sola, soletta 
là in una bianca cameretta: 
guardo sui tetti e in cielo; 
ma quando vien lo sgelo 
il primo sole è mio 
il primo bacio dell'aprile è mio! 
Germoglia in un vaso una rosa... 
Foglia a foglia l'aspiro: 
Cosi gentile 
il profumo d'un fiore! 
Ma i fior ch'io faccio, 
ahimè,
il fior ch'io faccio 
ahimè! non hanno odore. 
Altro di me non le saprei narrare. 
Sono la sua vicina 
che la vien fuori d'ora a importunare. 

SCHAUNARD 
(dal cortile) 
Ehi! Rodolfo! 

COLLINE 
Rodolfo! 

MARCELLO 
Olà. Non senti? 

(Alle grida degli amici, Rodolfo
s'impazienta) 

Lumaca! 

COLLINE 
Poetucolo! 

SCHAUNARD 
Accidenti al pigro! 

(Sempre più impaziente, Rodolfo a
tentoni si avvia alla finestra e l'apre
spingendosi un poco fuori per
rispondere agli amici che sono giù 
nel cortile: dalla finestra aperta 
entrano i raggi lunari, rischiarando 
così la camera)

RODOLFO 
(alla finestra) 
Scrivo ancor tre righe a volo. 

MIMÌ 
(avvicinandosi un poco alla finestra) 
Chi sono? 

RODOLFO 
(a Mimì) 
Amici. 

SCHAUNARD 
Sentirai le tue. 

MARCELLO 
Che te ne fai lì solo? 

RODOLFO 
Non sono solo. Siamo in due. 
Andate da Momus, tenete il posto, 
ci saremo tosto. 

(Rimane alla finestra, onde assicurarsi
che gli amici se ne vanno.Mimì si è
avvicinata ancor più alla finestra per
modo che i raggi lunari la illuminano)

MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE 
(allontanandosi)
Momus, Momus, Momus, 
zitti e discreti 
andiamocene via. 

MARCELLO
trovò la poesia. 

(Rodolfo, volgendosi, scorge Mimì
avvolta come da un nimbo di luce, 
e la contempla, quasi estatico) 

RODOLFO
O soave fanciulla, 
o dolce viso 
di mite circonfuso alba lunar 
in te, vivo ravviso il sogno 
ch'io vorrei sempre sognar! 

MIMÌ
(Mimì commossa)
Ah, tu sol comandi, 
amor...!

RODOLFO
(cingendo con le braccia Mimì)
Fremon già nell'anima 
le dolcezze estreme, 

MIMÌ 
(quasi abbandonandosi)
Oh! come dolci scendono 
le sue lusinghe al core... 
tu sol comandi, amore!...

RODOLFO
Nel bacio freme amor! 

(Bacia. Mimì) 

MIMÌ 
(svincolandosi)
No, per pietà! 

RODOLFO 
Sei mia! 

MIMÌ 
V'aspettan gli amici... 

RODOLFO 
Già mi mandi via? 

MIMÌ 
(titubante) 
Vorrei dir... 
ma non oso... 

RODOLFO 
(con gentilezza) 
Di'.

MIMÌ 
(con graziosa furberia) 
Se venissi con voi? 

RODOLFO 
(sorpreso) 
Che?... Mimì? 

(insinuante)

Sarebbe così dolce restar qui. 
C'è freddo fuori. 

MIMÌ 
(con grande abbandono) 
Vi starò vicina!... 

RODOLFO 
(Aiuta amorosamente Mimì a 
mettersi lo scialle)
E al ritorno? 

MIMÌ 
(maliziosa) 
Curioso! 

RODOLFO 
Dammi il braccio, mia piccina. 

MIMÌ 
(Dà il braccio a Rodolfo)
Obbedisco, signor! 

(S'avviano sottobraccio alla porta
d'uscita) 

RODOLFO 
Che m'ami di'... 

MIMÌ 
(con abbandono) 
Io t'amo! 

(Escono)

RODOLFO , MIMÌ
Amor! Amor! Amor!

(Cola il siparo)

ACTO I
En la Buhardilla

(Amplia ventana desde la cual se
divisan tejados cubiertos de nieve.
A la izquierda una estufa. Una mesa,
una cama, un caballete con una tela
esbozada, un taburete, una cama. 
Libros esparcidos, pilas de papeles,
dos candelabros, cuatro sillas, un
armario pequeño,. Una puerta en
el centro; otra, a la izquierda. 
Rodolfo, en la ventana, mira hacia
fuera, meditabundo. Marcelo
trabaja en su cuadro "El paso del 
Mar Rojo", con las manos rígidas 
por el frío, que calienta con su 
boca. Cambia de posición con
frecuencia debido al intenso frío)

MARCELO
(Sentado, mientras está pintando) 
Este Mar Rojo me empapa 
y me deja aterido de frío como si 
me cayese encima, de un golpe. 
Para vengarme, ahogaré al Faraón.

(Vuelve a su tarea. A Rodolfo) 

¿Qué haces!

RODOLFO
(Girándose un poco) 
En los cielos grises 
contemplo humear 
las miles de chimeneas de París,

(Señala su estufa, sin fuego) 

y pienso en esta holgazana, vieja,
escuálida y engañosa chimenea 
que vive ociosa, 
como un gran señor.

MARCELO 
Sus honestas rentas 
hace tiempo no recibe.

RODOLFO
Y esos estúpidos bosques,
¡qué hacen ahí, bajo la nieve?

MARCELO 
Rodolfo, quiero decirte 
un pensamiento mío, profundo. 

(mientras se sopla en los dedos)

Tengo un frío de perros.

RODOLFO
(acercándose a Marcelo) 
Y yo, Marcelo, no te oculto 
que no creo en el sudor de la frente.

MARCELO 
Tengo helados los dedos; 
casi como si los tuviese metidos 
en ese carámbano enorme, 
que es el corazón de Musetta.

(Emite un largo y burlón suspiro 
y deja de pintar; suelta la paleta y 
los pinceles)

RODOLFO
El amor es una estufita 
que nos consume demasiado...

MARCELO
...y muy deprisa!

RODOLFO
...en ella, el hombre es la brasa.

MARCELO
...y la mujer es el altar...

RODOLFO
...el uno arde en un soplo...

MARCELO
...¡y la otra se queda mirando!

RODOLFO
Mientras tanto, aquí nos helamos...!

MARCELO
...¡y nos morimos de hambre!

RODOLFO
Necesitamos un fuego...

MARCELO
(Agarrando una silla y haciendo el 
acto de romperla)
Espera... ¡sacrificaremos la silla!

(Rodolfo impide la acción de Marcelo,
con alegría, por una idea que se le
acaba de ocurrir)

RODOLFO
¡Eureka!

MARCELO
¿Lo has encontrado?

RODOLFO
(Corre hacia la mesa y saca, 
un voluminoso manuscrito)
¡Sí! Aguza el ingenio...
¡Que ardan en llamas las ideas!

MARCELO
(señalando su cuadro)
¿Quemamos el Mar Rojo?

RODOLFO
No; apesta la tela pintada.
Mi obra de teatro...
¡Que nos caliente mi fogoso drama!

MARCELO
(Teatralizando un gesto de espanto)
¿Vas a leerlo quizás?
Me congelaría aun más.

RODOLFO
No; 
que el papel se convierta en cenizas
y la inspiración vuele a los cielos.

(Declamando, grandilocuente)

Al siglo, gran daño le amenaza...
Está Roma en peligro...

MARCELO
(Exagerando)
¡Qué gran corazón!

RODOLFO 
Para ti el Acto Primero...

MARCELO 
¡Dame!

RODOLFO 
¡Rompe!

MARCELO 
¡Quémalo!

(Rodolfo golpea con un atizador,
enciende una candela y va hacia la
estufa con Marcelo; Los dos hacen 
arder una parte del manuscrito.
Luego, cogen un par de sillas en 
las que se sientan frente al fuego
y se calientan con todo placer)

RODOLFO, MARCELO
¡Qué bello resplandor!

(Se abre, ruidosamente, la puerta
y entra Colline tiritando, helado
sacudiéndose los pies. Arroja 
sobre la mesa un paquete 
de libros atado con un pañuelo)

COLLINE
Ya se ven las señales 
del Apocalipsis...
¡En Nochebuena 
no se aceptan empeños!

(Se interrumpe, sorprendido al ver 
la estufa funcionando)

¡Un fuego!

RODOLFO
(A Colline)
¡Calla! 
Se está representando mi obra...

MARCELO
...en el fuego.

COLLINE
La encuentro centelleante.

RODOLFO
Vivaz.

(El fuego va apagándose)

COLLINE 
Pero dura poco.

RODOLFO 
La brevedad: una gran virtud.

COLLINE
(Quitándole la silla a Rodolfo) 
Autor: ¡dame la silla!

MARCELO 
Estos intermedios 
hacen morir de aburrimiento. 
¡Rápido!

RODOLFO
(En las manos, tiene otra parte del 
manuscrito) 
¡Acto Segundo!

MARCELO
(A Colline) 
No rechistes.

(Rodolfo rompe parte del 
manuscrito y lo arroja a la
estufa: el fuego se reaviva.
Colline acerca la silla y se
calienta las manos; Rodolfo de pié,
con lo que queda del manuscrito)

COLLINE 
¡Sabia razón!

MARCELO 
!El color exacto!

RODOLFO
En ese azul resplandor, se esfuma
una ardiente escena de amor...

COLLINE 
Crepita una página...

MARCELO
... donde había besos...

RODOLFO
Ahora, quiero oír, de un golpe, 
tres actos.

(Arroja al fuego el resto del 
manuscrito)

COLLINE
¡Así son las ideas de los audaces!

TODOS
(Aplauden, con entusiasmo)
Se desvanece la belleza 
en alegre llamarada... 

(Las llamas, poco a poco, van
decreciendo)

MARCELO
¡Oh, Dios! Ya declinan las llamas...

COLLINE
¡Qué fútil! ¡Qué obra tan frágil!

MARCELO
Resplandece, se encrespa, muere.... 

COLLINE, MARCELO
(el fuego se apaga)
¡Abajo, abajo el autor...!

(Por lo puerta entran dos niños,
llevando uno, comida, 
botellas de vino y cigarros; 
y el otro, un haz de leña. 
Marcelo, Rodolfo y Colline 
se vuelven y, gritando, se
lanzan,  hacia las provisiones,
que ponen sobre la mesa.
Colline coge la leña y la pone 
junto a la chimenea)

RODOLFO
¡Leña!

MARCELO
¡Cigarros!

COLLINE
¡Burdeos!

RODOLFO
¡Leña!

MARCELO
¡Burdeos!

TODOS
¡La abundancia de una feria
nos ha regalado el destino...!

(Los muchachos se van. Schaunard
entra, con aire triunfal, arrojando 
unas monedas al suelo)

SCHAUNARD
¡El banco de Francia
por vosotros entrará en quiebra!...

COLLINE
(Recogiendo las monedas junto a 
los otros)
¡Recógelas! ¡Recógelas!

MARCELO
(Incrédulo)
¡Son piezas de plata!

SCHAUNARD
(Le muestra una moneda)
¿Estás sordo?... ¿Estás ciego?
¿Quién es este hombre?

RODOLFO
(Inclinándose)
¡Luis Felipe!
¡Me inclino ante mi rey...!

TODOS
¡A nuestros pies está Luis Felipe!

(Schaunard quiere contarles su 
buena suerte, pero los demás no lo
escuchan. Van y vienen atareados,
disponiendo todo sobre la mesa y,
la leña, en la estufa) 

SCHAUNARD
Ahora voy a contaros algo, 
pues este oro, o mejor dicho, plata,
tiene su historia peculiar...

RODOLFO
(Poniendo leña en la estufa)
¡Templemos la estufa!

COLLINE 
¡Ha padecido tanto frío...!

SCHAUNARD 
Un inglés... un señor...; lord 
o milord, o lo que fuera, quería 
que un músico...

MARCELO
(Tirando de la mesa los libros de 
Colline) 
¡Fuera! ¡Pongamos la mesa!

SCHAUNARD 
¿Yo? ¡Vuelo!

RODOLFO 
La lumbre, ¿dónde está?

COLLINE 
Ahí.

(Prenden fuego en la estufa)

MARCELO
Coge aquí

SCHAUNARD
...y me presento...
Me acepta, le pregunto...

(Ponen las viandas en su sitio; 
Rodolfo enciende la otra vela)

COLLINE 
¡Asado frío!

MARCELO 
¡Pasteles!

SCHAUNARD 
...¿Para cuándo las lecciones? 

(viendo que nadie le hace caso)

Me presento, me acepta, 
le pregunto: 
¿Cuándo empezamos...?
Responde:

(Imitando el acento ingles)

"Comenzaremos...¡Mire!"
Y me señala un papagayo 
que hay en un primer piso. 
Después, añade: 
"Usted tocar hasta que ése morir"

RODOLFO 
La sala refulge espléndida

MARCELO 
(pone las dos velas sobre la mesa) 
Ahora, las velas.

SCHAUNARD 
Y sucedió así: 
Toqué durante tres largos días... 
Entonces, usé el encanto 
de mi bella presencia..., 
seduje a la doncella...,
le di perejil.. al loro...

MARCELO 
Comer... ¿sin mantel?

RODOLFO 
No; tengo una idea...

(Saca, de uno de sus bolsillos, un
periódico; y lo despliega)

MARCELO, COLLINE 
¡El Constitucional!

RODOLFO
¡Qué buen papel!
¡Comamos y devoremos!

(Extienden el periódico en la mesa, 
como un mantel. Rodolfo y Marcelo
acercan las cuatro sillas a la mesa;
mientras, Colline sigue atareado 
con los platos de comida)

SCHAUNARD 
...el lorito extendió sus alas, 
el lorito abrió el pico, 
un poco de perejil; 
y ¡murió como Sócrates

(Viendo que nadie le hace caso, 
agarra a Colline, que pasa por 
su lado con un plato)

COLLINE
(A Schaunard) 
¿Quién?

SCHAUNARD
(Enfurruñado) 
¡Idos todos al infierno!...

(Viendo a los otros a punto de 
comerse el pastel de carne fría)

Pero bueno, ¿qué es lo que hacéis?

(Con gesto solemne, pone la mano
sobre los alimentos e impide que 
los amigos los coman; después, 
los toma y los mete en el armario)

¡No! Esta comida es la reserva
para los días futuros, 
tenebrosos y oscuros. 
¿Cenaremos en casa 
el día de Nochebuena mientras
en el Barrio Latino se llenan 
las calles de salchichas y golosinas?
¿cuando un olor a frituras 
embalsama las callejas?
Allí, las chicas cantan alegres...

TODOS
(Rodean a Schaunard, entre risas) 
¡La Noche de Navidad!

SCHAUNARD 
...y todas desean tener 
a un estudiante!
Un poco de tradición, 
señores míos: 
se bebe en casa, 
pero se come fuera...

(Rodolfo cierra la puerta con 
llave; luego, van todos hacia 
la mesa y sirven el vino)

BENOÎT
(Desde fuera, llamando a la puerta) 
¿Se puede?

COLLINE 
¿Quién es?

BENOÎT
Benoît.

MARCELO
¡El dueño de la casa!

(Dejan los vasos sobre la mesa)

SCHAUNARD
Dale con la puerta en las narices.

COLLINE
(Grita)
¡No hay nadie!

SCHAUNARD
¡Esta cerrado!

BENOÎT
Una palabra.

SCHAUNARD
(Después de consultar con 
los demás, va a abrir)
¡Una sola!

(Entra Benoît sonriendo)

BENOÎT
(ve a Marcelo y le muestra un 
papel)
El alquiler.

MARCELO
(muy cordialmente)
¡Eh! ¡Dadle una silla!

RODOLFO
¡Enseguida!

BENOÎT
(A la defensiva)
No hace falta. Quería...

SCHAUNARD
(Insistiendo, y con dulce violencia, 
le hace sentarse)
¡Siéntese!

MARCELO
(Le ofrece un vaso a Benoît)
¿Quiere beber algo?

BENOÎT
Gracias.

RODOLFO, COLLINE
¡Brindemos!

SCHAUNARD
Beba

(Beben. Benoît, Rodolfo, Marcelo y
Schaunard sentados, Colline de pie.
Benoît deja el vaso sobre mesa 
y le muestra a Marcelo el papel)

BENOÎT 
Este es el último trimestre...

MARCELO
(Con ingenuidad)
Muy bien...

BENOÎT
Pues, por tanto...

SCHAUNARD
(Interrumpiéndolo)
Un sorbo más.

(Rellenando el vaso)

BENOÎT
Gracias.

RODOLFO, COLLINE
(Se ponen de pie)
¡Brindemos!

(Todos acercan su vaso 
al de Benoît)

TODOS
(De pie)
¡A su salud!

(Se sientan y beben. Colline 
coge el escabel del caballete, 
y se sienta él también)

BENOÎT
(a Marcelo)
A usted me dirijo
porque el trimestre pasado
me prometió...

MARCELO
¡Lo prometí y lo mantengo!

(Señala las monedas 
que están sobre la mesa)

RODOLFO
( en voz baja a Marcelo) 
¿Qué haces?...

SCHAUNARD 
¿Estás loco?

MARCELO
(A Benoît) 
¿Lo ve? Ahora, vamos, 
quédese un momento en nuestra
compañía.

(Apoyándose sobre la mesa) 

Dígame: ¿cuántos años tiene, 
querido señor Benoît?

BENOÎT 
Los años... ¡Por favor!

RODOLFO 
Más o menos, de nuestra edad.

BENOÎT
(protestando)
Más, muchos más.

(Mientras hacen hablar a Benoît, 
le llenan el vaso conforme lo va 
vaciando)

COLLINE 
Ha dicho más o menos...

MARCELO
(Bajando la voz y con un tono
pícaro, de complicidad )
La otra noche, en el Mabil...
¡lo han pillado 
en pecado de amor...!

BENOÎT
(Nervioso) 
¿A mi?

MARCELO 
¿Lo niega?

BENOÎT 
Una casualidad.

MARCELO
(Adulándolo)
¡Hermosa mujer!

BENOÎT
(Medio iluminado, de pronto) 
¡Ah! ¡Mucho!

SCHAUNARD
(Dándole golpecitos en el hombro)
¡Pillín!

RODOLFO 
¡Bribón!

COLLINE
(golpea sobre el otro hombro)
¡Seductor!

MARCELO
(Magnificando)
¡Una fiera...! ¡Un cañón...!

RODOLFO
El señor tiene buen gusto.

BENOÎT
(Riéndose)
¡Bueno, bueno!

MARCELO
El pelo rizado y hueco.

SCHAUNARD
¡Pícaro!

MARCELO
Él se pavoneaba, sacaba pecho...

BENOÎT
Soy viejo, pero robusto.

COLLINE, SCHAUNARD, RODOLFO
(Con irónica admiración)
Él se pavoneaba, sacaba pecho...

MARCELO 
A él se rendía 
la femenina virtud.

BENOÎT
(Con plena confianza) 
Tímido cuando joven; 
ahora me resarzo. 
Ya se sabe, es un "divertimento" 
cualquier mujercita alegre... y ... 
un poco...

(Dibuja curvas femeninas) 

No digo una ballena 
o un mapamundi 
o una cara redonda, de luna llena, 
pero, delgada, flaca... ¡no! 
¡desde luego que no! 
Las mujeres delgadas 
son insoportables 
siempre... neuróticas... 
y están llenas de dolores, 
se quejan...; 
por ejemplo: mi mujer...

(Marcelo da un puñetazo 
y se levanta; los otros lo imitan,
Benoît les mira, estupefacto)

MARCELO
(con fuerza)
¡Este hombre está casado 
y tiene deseos impuros 
en el corazón!

LOS DEMÁS 
¡Qué horror!

RODOLFO 
Y envilece, y mancilla 
nuestra honrada casa.

(Benoît, pálido, se levanta e
intenta, inútilmente, hablar)

LOS DEMÁS 
¡Fuera!

MARCELO
¡Es necesario esparcir incienso!

COLLINE
¡Y deshacerse del réprobo!

SCHAUNARD
¡La moral ofendida 
es la que os expulsa!

BENOÎT
(Gritando)
Yo no... Yo no...

RODOLFO, COLLINE, MARCELO
(Rodeandolo y empujándolo,
poco a poco, hacia la puerta)
¡Silencio!

BENOÎT
(Cada vez mas atónito)
Señores míos...

LOS DEMÁS
(Empujando a Benoît)
¡Silencio!...¡Váyase, señor!...

(Todos mirando hacia el
rellano de la escalera)

¡Váyase de aquí! Y...
¡Buenas noches 
a vuestra señoría!
¡Ja, ja, ja, ja...!

(Volviendo al centro del 
escenario, riendo)

¡Ja, ja, ja, ja...!

MARCELO
(Cierra la puerta)
Ya he pagado el trimestre.

SCHAUNARD
¡En el Barrio Latino 
nos espera Momus!

MARCELO
¡Viva quien gasta!

LOS DEMÁS 
¡Compartamos el botín!

(Se reparten las monedas)

RODOLFO, COLLINE 
¡Repartamos!

MARCELO
(Pone, frente a Colline, un 
espejo roto) 
Ahí fuera hay bellezas 
caídas del cielo. 
Ahora que eres rico, 
adecenta tu imagen. 
Oso: ¡córtate el pelo!

COLLINE 
Conoceré por primera vez
a un barbero. 
Guiadme, pues, 
al ridículo ultraje 
de una navaja de afeitar.

MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE
(Cómicamente) 
¡Andando!

RODOLFO 
Yo me quedo, para terminar 
el editorial del "Castor"

MARCELO 
Apresúrate.

RODOLFO 
Cinco minutos; conozco el trabajo.

COLLINE
Te esperamos abajo, 
donde el portero.

MARCELO 
Si tardas, vas a oír qué coro...

RODOLFO 
Cinco minutos.

(Coge una luz y va a abrirles.
Marcelo, Schaunard y Colline
bajan por la escalera)

SCHAUNARD
(Al salir)
Córtale rala la cola a tu "Castor"

MARCELO
(Desde fuera) 
Ojo con la escalera
¡Sujetaos en la barandilla!

RODOLFO
(En el rellano de la escalera, 
alzando la luz)
¡Despacio!

COLLINE
(Fuera) 
¡Está muy oscuro!

(Las voces se van
alejando cada vez mas)

SCHAUNARD 
¡Maldito portero!

(se oye un ruido)

COLLINE
(Gritando) 
¡Maldita sea!

RODOLFO 
Colline, ¿estás muerto?

COLLINE
(Desde abajo) 
¡Todavía no!

MARCELO 
¡Ven enseguida!

(Rodolfo cierra la puerta.
Sobre la mesa coloca tinta y
papel, y se pone a
escribir. Escribe, deja de 
escribir, piensa, vuelve a la 
escritura. Se pone nervioso, 
destruye lo que había escrito
y tira la pluma, con genio)

RODOLFO
(Desalentado) 
No estoy en vena.

(llaman tímidamente a la puerta) 

¿Quién es?

MIMÍ
(Desde fuera) 
Disculpe.

RODOLFO
(levantándose)
¡Una mujer!

MIMÍ 
Por favor, 
se me ha apagado la vela. 
¿Le importaría...?

RODOLFO
(Abriendo la puerta) 
Pase; siéntese un momento.

MIMÍ
(En la puerta, con una vela en
la mano y una llave) 
No se moleste.

RODOLFO
(insistiendo)
Se lo ruego; entre.

(Entra Mimí y, de repente, 
se siente sofocada)

RODOLFO
(Solícito) 
¿Se encuentra mal?

MIMÍ
No;... no es nada.

RODOLFO 
¡Palidece!

MIMÍ
(Tose)
Es que me falta el aliento... 
Esas escaleras...

(Se desmaya y, Rodolfo, la
acomoda sobre una silla;
de las manos de Mimí, caen
el candelabro y las llaves)

RODOLFO
(Con embarazo) 
Y ahora, ¿Qué hago?...

(Va a buscar agua con la 
que salpica el rostro de ella)

¡Así!

(Mirándola con mucha atención) 

¡Qué cara de enferma!

(Mimí se recupera)

¿Se encuentra mejor?

MIMÍ
(con un hilo de voz)
Sí.

RODOLFO 
Aquí hace tanto frío. 
Siéntese junto al fuego.

(Mimí; niega con un gesto)

Espere... 
quizás un poco de vino...

MIMÍ
Gracias.

RODOLFO
(Le da el vaso y le sirve vino)
A su gusto...

MIMÍ
Poco, poco.

RODOLFO
¿Así?

MIMÍ
Gracias.

(Bebe)

RODOLFO
(mirándola, para sí)
¡Qué muchacha tan guapa!

MIMÍ
(Se levanta y busca su candelabro) 
Ahora, permítame 
que encienda la vela. 
Ya me encuentro mejor.

RODOLFO 
¡Tenéis prisa!

MIMÍ
Sí.

(Rodolfo recoge el candelabro,
lo enciende y se lo da a Mimí
sin decir una palabra)

MIMÍ
(En ademán de salir) 
Gracias. Buenas noches.

RODOLFO
(La acompaña hasta la puerta) 
Buenas noches.

(Vuelve, rápidamente, a la mesa)

MIMÍ
(Sale)
¡Oh! ¡Qué despistada soy!

(Entra de nuevo en escena 
y se para en la puerta, que
se había quedado abierta) 

La llave de mi habitación,
¿dónde la he dejado?

RODOLFO 
No se quede en la puerta; 
la llama vacila con el aire.

(La vela de Mimí se apaga)

MIMÍ
¡Oh, Dios mío!
¡Vuelva a encender!

(Rodolfo acude con su vela para 
encender la de Mimí, pero,
al acercarse a la puerta, sopla
furtivamente y apaga su vela. La
habitación se queda a oscuras)

RODOLFO
¡Oh, Dios mío!...
También se ha apagado la mía.

MIMÍ
(Avanzando a tientas, deja
sobre la mesa el candelabro)
Y la llave, ¿dónde estará?

RODOLFO
( cierra la puerta)
¡No se ve nada!

MIMÍ
¡Qué mala suerte tengo!

RODOLFO
¿Donde estará?

MIMÍ
Qué inoportuna es su vecina...

RODOLFO
(Se vuelve hacia donde 
oye la voz de Mimí)
¿Usted cree?

MIMÍ
(Repite con gracia, avanzando 
con cuidado)
Qué inoportuna es su vecina...

(Busca la llave en el suelo, 
arrastrando los pies)

RODOLFO
¡Qué cosas dice! ¿Usted cree?

MIMÍ
Busque.

RODOLFO
(Deja su vela y se pone a 
buscar la llave palpando el 
suelo con las manos)
Busco.

MIMÍ
¿Dónde estará?

RODOLFO
(Al encontrar la llave, 
deja escapar una exclamación
pero, arrepentido, se la mete
en el bolsillo)
¡Ah!

MIMÍ
¿La ha encontrado?

RODOLFO
No.

MIMÍ 
Me pareció...

RODOLFO 
Pues, no.

MIMÍ
(Buscando a tientas) 
¿Está buscando?

RODOLFO
(Finge que busca pero, 
guiado por la voz de Mimí,
intenta aproximarse a ella)
La busco.

(Mimí, sobre el suelo, busca 
a tientas. Rodolfo se ha
acercado y su mano 
encuentra la de Mimí)

MIMÍ
(Sorprendida)
¡Ah!

RODOLFO
(Sujetando la mano de Mimí y 
con la voz henchida de emoción)
¡Qué manita tan fría! 
Déjeme que se la caldee. 
Buscar, ¿qué importa?
En la oscuridad nada se encuentra. 
Aunque, por fortuna, 
es una noche de luna, 
y, aquí, la luna la tenemos cerca.

(Mimí intenta liberar su mano)

Espere, señorita, 
le diré en dos palabras quién soy, 
qué hago, cómo vivo. 
¿Quiere?

(Mimí calla. Rodolfo suelta la mano 
de Mimí, Quien, yendo hacia atrás,
encuentra una silla sobre la que se 
deja caer ,abatida por la emoción)

¿Quién soy?...Soy un poeta. 
¿A qué me dedico?...Escribo.
Y, ¿cómo vivo?...Vivo. 
Aun en mi pobreza despilfarro, 
como un gran señor, 
rimas e himnos de amor. 
En sueños y en quimeras 
y en castillos en el aire 
tengo el alma millonaria. 
Y ahora, del cofre de mis tesoros 
me roban todas las joyas 
dos ladrones: Esos bellos ojos 
que han entrado con usted, 
y, mis sueños de siempre, 
mis bellos sueños, 
veo evaporarse!
Pero no importa que me los roben 
pues han hecho renacer en mí 
una dulce esperanza. 
Ahora que me conoce, 
hable usted; vamos, hable. 
¿Quién es? 
¿Le apetece decírmelo?

MIMÍ
(Titubea, pero se decide a hablar. 
Sigue sentada)
Sí. 
Me llaman Mimí, 
aunque me llamo Lucia. 
La historia mía es breve. 
En tela o en seda bordo, 
en casa y fuera. 
Soy tranquila y alegre, 
y me distraigo 
haciendo lirios y rosas. 
Me gustan las cosas 
que tienen ese dulce hechizo, 
que hablan de amor, 
de primaveras; 
que hablan de sueños, 
y de quimeras, 
esas cosas que llaman poesía...
¿Me entiende?

RODOLFO
(Conmovido) 
Sí.

MIMÍ
Me llaman Mimí.
El por qué ... no lo sé.
Sola me hago la comida,
para mi sola.
No voy siempre a misa,
pero le rezo bastante al Señor.
Vivo sola, solita; ahí, 
en una pequeña habitación blanca,
miro a los tejados y al cielo.
Y, cuando comienza el deshielo,
el primer sol es mío,
¡el primer beso de abril es mío!
Germina, plantada, una rosa,
hoja a hoja, la aspiro;
es tan delicado 
el perfume de una flor...
Pero las flores que yo hago, 
¡ay de mi!
las flores que yo hago... ¡ay!
no tienen olor...
De mi, nada más sabría contarle.
Soy su vecina que le viene, 
a deshora, a importunar.

SCHAUNARD
(Desde el corredor)
¡Eh, Rodolfo!

COLLINE 
¡Rodolfo!

MARCELO 
¡Aquí! ¿No nos oyes?

(Con los gritos de los amigos, 
Rodolfo se impacienta) 

¡Pesado!

COLLINE 
¡Poetastro!

SCHAUNARD 
¡A por los vagos!

(Rodolfo, impaciente, va
a tientas hasta la ventana,
se asoma un poco, para
responder a los amigos.
Por ella entran los rayos 
de luna que iluminan la
habitación)

RODOLFO
(en la ventana)
Escribo tres líneas más y vuelo.

MIMÍ
(acercándose a la ventana)
¿Quiénes son?

RODOLFO
(a Mimí)
Mis amigos.

SCHAUNARD 
¡Nos vas a oír!

MARCELO
¿Qué es lo que haces ahí solo?

RODOLFO 
No estoy solo; estamos dos. 
Id a Momus; coged sitio; 
iré enseguida.

(Se queda en la ventana
para ver que sus amigos se
van. Se acerca Mimí y los
rayos de luna la iluminan)

MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE
(Alejándose) 
Momus, Momus, Momus,
callados, discretos, 
nos vamos de aquí.

MARCELO
Ha encontrado la inspiración.

(Rodolfo, al volverse, ve a Mimí
envuelta en un haz de luz y la
contempla, extasiado)

RODOLFO 
¡Oh, tierna niña! 
¡Dulce carita de bondad
arropada por la luz de la luna! 
Tú eres el sueño 
que siempre quise soñar!

MIMÍ
(Muy conmovida)
¡Ah! ¡Todo lo que tú quieras, 
amor...!

RODOLFO
(Estrechándola entre sus brazos) 
Tiembla mi alma, 
por una extrema dulzura.

MIMÍ
(Casi abandonándose a él) 
¡Oh! ¡Cuán dulces penetran 
tus palabras en mi corazón!... 
¡Amor, sólo mandas tú!...

RODOLFO 
¡En mi beso palpita el amor...!

(La besa)

MIMÍ
(Desasiéndose) 
¡No, por caridad!

RODOLFO 
¡Eres mía!

MIMÍ
Le esperan sus amigos...

RODOLFO 
¿Quieres que me vaya?

MIMÍ
(Titubeando)
Quería decir..., 
pero no me atrevo...

RODOLFO
(Con cortesía) 
Dilo.

MIMÍ
(Con una graciosa sonrisa pícara)
Y...¿si fuese con vosotros?

RODOLFO
(Sorprendido) 
¿Qué? ¡Mimí!

(Insinuante) 

Sería tan dulce quedarse aquí...; 
hace frío ahí fuera.

MIMÍ
(Con sentimiento) 
Estaré a tu lado.

RODOLFO
(Amorosamente, ayuda a Mimí 
a ponerse el chal) 
Y, ¿a la vuelta?

MIMÍ
(Maliciosa) 
¡Qué curioso!

RODOLFO
Dame tu brazo, pequeñita mía...

MIMÍ
(Da el brazo a Rodolfo) 
¡Le obedezco, señor!

(Se van hacia la puerta tomados 
del brazo)

RODOLFO
Que me amas... dímelo...

MIMÍ
(Entusiasmada)
¡Yo, te amo...!

(Se van) 

RODOLFO, MIMÍ 
¡Amor! ¡Amor! ¡Amor!

(Cae el telón)

 
ATTO II
Al Quartiere Latino

(Un crocicchio di vie che al largo
prende forma di piazzale; botteghe,
venditori di ogni genere; da un lato,
il Caffè Momus. La vigilia di Natale. 
Gran folla e diversa: borghesi, soldati,
fantesche, ragazzi, bambine, studenti,
sartine, gendarmi, ecc. Sul limitare 
delle loro botteghe i venditori gridano 
a squarciagola invitando la folla de' 
ompratori. Separati in quella gran calca
di gente si aggirano Rodolfo e Mimì da
una parte, Colline presso la bottega di
una rappezzatrice; Schaunard ad una
bottega di ferravecchi sta comperando
una pipa e un corno; Marcello spinto
qua e là dal capriccio della gente.
Parecchi borghesi ad un tavolo fuori del
Caffè Momus. È sera. Le botteghe sono
dorne di lampioncini e fanali accesi; un
grande fanale illumina l'ingresso al
Caffè. La folla e composta di studenti,
sartine, borghesi e popolo)

I VENDITORI
(sul limitare delle loro botteghe, 
tutti gridando)
Aranci, datteri! 
Caldi i marroni! 
Ninnoli, croci. 
Torroni! Caramelle!
Fiori alle belle!  
Oh! La crostata! 
Panna montata!
Fringuelli passeri!
Datteri! Trote!
Latte di cocco! Giubbe
Carote!

MONELLI
(Gridando)
Aranci! Ninnoli! 
Caldi e marroni
e caramelle. Torroni.

LA FOLLA 
Quanta folla! Su, corriam! Che chiasso! 

(Si alza il spiraro)

Stringiti a me. Che chiasso!
Date il passo, corriam!
Lisa! Emma!
Date il passo
Emma, quando ti chiamo!
Ancora un'altro giro...
pigliam via Mazzarino;
qui mi manca il respiro....!
Vedi? Il Caffè è vicino,
Oh! Stupendi gioielli!
Son gli occhi assai più belli!
Pericolosi esempi
la folla oggi ci dà!
Era meglio ai miei tempi!
Viva la libertà! 

DAL CAFFÈ 
(gridando e chiamando i Camerieri 
che vanno e vengono affaccendati) 
Presto qua! Camerier! Un bicchier! 
Birra! Un caffè! 

VENDITORI
(Aggirandosi tra la folla ed offrendo
la propria merce)
Caramelle! Fiori alle belle!
La crostata! Panna montata!
Fringuelli, passeri. Datteri!
Latte di cocco!

MONELLI
Su, corriamo! Latte di cocco!

VENDITORI
Latte di cocco! Carote!

SCHAUNARD 
(dopo aver soffiato nel corno che ha
contrattato a lungo con un venditore 
di ferravecchi)
Falso questo Re! 
Pipa e corno quant'è?

(Paga. Rodolfo e Mimì, a braccio,
attraversano la folla avviati al 
negozio della modista)

COLLINE 
(presso la rappezzatrice che gli
ha cucito la falda di uno zimarrone)
È un poco usato... 

RODOLFO 
Andiamo... 

MIMÌ 
Andiamo per la cuffietta? 

COLLINE
ma è serio e a buon mercato...

(paga, poi distribuisce con giusto
equilibrio y libri dei quali è carico 
nelle molte tasche del zimarrone)

RODOLFO 
Tienti al mio braccio 
stretta... Andiamo!

(entrano in una bottega da modista)

MARCELLO 
(tutto solo in mezzo alla folla, con un
involto sotto il braccio, occhieggiando 
le donnine che la folla gli getta quasi 
fra le braccia)
Io pur mi sento in vena di gridar: 
Chi vuol, donnine allegre, 
un po' d'amor! 

VENDITORI
Datteri! Trote!

UN VENDITORE AMBULANTE
(atravesando la scena, gridando)
Prugne di Tours! 

MARCELLO
(Avvacinandosi ad una ragazza)
Facciamo insieme 
a vendere e a comprar!  
Io do ad un soldo il vergine 
mio cuor! 

(La ragazza si allontana ridendo) 

SCHAUNARD 
(Va a gironzolare avanti al caffè Momus
aspettandovi gli amici: intanto armato
della enorme pipa e del corno da caccia
guarda curiosamente la folla.) 
Fra spintoni e pestate 
accorrendo affretta la folla 
e si diletta nel provar 
gioie matte... 
insoddisfatte... 

(Entra un grupo di venditrici)

ALCUNE VENDITRICI 
Ninnoli, spillette! 
Datteri e caramelle! 

COLLINE 
(se ne viene al ritrovo, agitando
trionfalmente un vecchio libro)
Copia rara, anzi unica: 
la grammatica Runica! 

SCHAUNARD 
(Giunge alla spalle di Colline 
compassionandolo)
Uomo onesto!

MARCELLO 
(Arrivando al caffè Momus grida 
a Schaunard e Colline) 
A cena! 

SCHAUNARD, COLLINE 
Rodolfo? 

MARCELLO 
Entrò da una modista. 

RODOLFO
(uscendo dalla modista insieme a Mimì)
Vieni, gli amici aspettano. 

(Marcello, Schaunard e Colline cercano
se vi fosse un tavolo libero fuori del
Caffè, all'aria aperta; ma ve n'è uno
solo de è occupato da onesti borghesi. 
Y tre amici li fulminato con occhiate
sprezzanti, poi entrano nel Caffè)

MIMÌ 
(accennando ad una cuffietta che 
porta graziosamente)
Mi sta bene questa cuffietta rosa? 

RODOLFO
(a Mimì)
Sei bruna 
e quel color ti dona.

CLIENTI DAL CAFFÈ 
Camerier! Un bicchier! 
Presto, olà! 
Ratafià! 

MIMÌ 
(ammirando la bacheca di una bottega)
Bel vezzo di corallo! 

RODOLFO
Ho uno zio milionario. 
Se fa senno il buon Dio, 
voglio comprarti un vezzo 
assai più bel!

(Rodolfo e Mimì, in dolce colloquio, si
avviano verso il fondo della scena e si
perdono nella folla. Ad una bottega del
fondo un venditore monta su di una
seggiola, con grandi gesti offre in
vendita delle maglierie, dei berretti 
da notte, ecc. Un gruppo di ragazzi 
accorre intorno alla bottega e scoppia 
in allegre risate) 

MONELLI, SARTINE, STUDENTI
(ridendo) 
Ah! Ah! Ah! Ah! 

BORGHESI 
Facciam coda alla gente! 
Ragazze, state attente! 
Che chiasso! Quanta folla! 
Pigliam via Mazzarino! 
Io soffoco, partiamo! 
Vedi il Caffè è vicin! 
Andiamo là da Momus! 
Ah...!

VENDITORI 
Aranci, datteri, 
ninnoli, fior! 

(Molta gente entra da ogni parte e si 
aggira per il piazzale, poi si raduna 
nel fondo. Colline, Schaunard e Marcello 
escono dal caffè portando fuori una 
tavola; li segue un cameriere colle 
seggiole; i borghesi al tavolo vicino, 
infastiditi dal baccano che fanno i 
tre amici, dopo un po' di tempo s'alzano 
e se ne vanno. S'avanzano di nuovo 
Rodolfo e Mimì, questa osserva un 
gruppo di studenti) 

RODOLFO
(con dolce rimprovero, a Mimì) 
Chi guardi? 

COLLINE 
Odio il profano volgo 
al par d'Orazio. 

MIMÌ 
(a Rodolfo)
Sei geloso? 

RODOLFO
All'uom felice sta il sospetto 
accanto. 

SCHAUNARD 
Ed io, quando mi sazio, 
vo' abbondanza di spazio... 

MIMÌ 
(a Rodolfo) 
Sei felice? 

MARCELLO 
(al cameriere)
Vogliamo una cena prelibata. 

RODOLFO
(appassionato a Mimì) 
Ah, sì, tanto! 

MARCELLO
Lesto.

SCHAUNARD
Per molti.

RODOLFO
E tu? 

MIMÌ 
Sì, tanto! 

STUDENTI, SARTINE 
(alcuni) 
Là da Momus! Andiamo! 

(Entrano nel caffè) 

MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE 
(al cameriere, che corre frettoloso 
entro al caffè, mentre un altro ne esce
con tutto l'occorrente per preparare la
tavola)
Lesto! 

(Rodolfo e Mimì s'avviano al 
caffè Momus ) 

LA VOCE DI PARPIGNOL 
(VENDITORE AMBULANTE)
(interno, lontano) 
Ecco i giocattoli di Parpignol! 

RODOLFO
(Si unisce agli amici e presenta 
loro Mimì). 
Due posti. 

COLLINE 
Finalmente ! 

RODOLFO
Eccoci qui 
Questa è Mimì, gaia fioraia. 
Il suo venir completa 
la bella compagnia, 
perché... perchè son io il poeta, 
essa la poesia. 
Dal mio cervel sbocciano i canti, 
dalle sue dita sbocciano i fior; 
dall'anime esultanti 
sboccia l'amor. 

MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE 
(ridendo) 
Ah! Ah! Ah! Ah! 

MARCELLO 
(ironico) 
Dio, che concetti rari! 

COLLINE 
(solenne, accennando a Mimì) 
Digna est intrari. 

SCHAUNARD 
(con autorità comica) 
"Ingrediat si necessit"

COLLINE 
Io non do che un "accessit"! 

LA VOCE DI PARPIGNOL 
(oiù vicino)
Ecco i giocattoli di Parpignol! 

(Tutti siedono intorno al tavolo, 
mentre il cameriere ritorna) 

COLLINE 
(Vedendo il cameriere gli grida 
con enfasi:) 
Salame! 

(Il cameriere presenta la lista delle
vivande, che passa nelle mani dei
quattro amici, guardata con una specie
di ammirazione ed analizzata
profondamente. Da via Delfino sbocca
un carretto tutto a fronzoli e fiori,
illuminato a palloncini: chi lo spinge è
Parpignol, il popolare venditore di
giocattoli; una turba di ragazzi lo segue
saltellando allegramente e circonda il
carretto ammirandone i giocattoli.)

BAMBINE, RAGAZZI 
(interno) 
Parpignol, Parpignol! Parpignol!

(escono) 

Ecco Parpignol, Parpignol! 
Col carretto tutto fior! 
Ecco Parpignol, Parpignol! 
Voglio la tromba, il cavallin, 
il tambur, tamburel... 
Voglio il cannon, voglio il frustin, 
... dei soldati il drappel. 

(Bambine e ragazzi, attorniato il
carretto di Parpignol, gesticolano 
con gran vivacità; un gruppo di 
mamme accorre in cerca dei ragazzi 
e, trovandoli intorno a Parpignol, 
si mettono a sgridarli; l'una prende 
il figliolo per una mano, un'altra 
vuole condur via la propria bambina, 
chi minaccia, chi sgrida, ma 
inutilmente, ché bambine e ragazzi 
non vogliono andarsene)

SCHAUNARD 
Cervo arrosto! 

MARCELLO 
(esaminando la carta ed ordinando
ad alta voce al cameriere) 
Un taschino! 

SCHAUNARD 
Vin del Reno! 

COLLINE 
Vin da tavola! 

SCHAUNARD 
Aragosta senza crosta! 

MAMME 
(strillanti e minaccianti) 
Ah! razza di furfanti indemoniati, 
che ci venite a fare 
in questo loco? 
A casa, a letto! Via, brutti sguaiati, 
gli scappellotti vi parranno poco! 
A casa, a letto, 
razza di furfanti, a letto! 

(Una mamma prende per un orecchio
un ragazzo il quale si mette a
piagnucolare) 

UN RAGAZZO 
(piagnucolando) 
Vo' la tromba, il cavallin!... 

RODOLFO
E tu, Mimì, che vuoi? 

MIMÌ 
La crema. 

(Le mamme, intenerite, si decidono 
a comperare da Parpignol, i ragazzi
saltano di gioia, impossessandosi 
dei giocattoli)

SCHAUNARD 
(con somma importanza al cameriere,
che prende nota di quanto gli viene
ordinato) 
E gran sfarzo. 
C'è una dama! 

(Parpignol prende giù per via
Commedia. I ragazzi e le bambine
allegramente lo seguono,  marciando
e fingendo di suonare gli strumenti 
infantili acquistati loro) 

BAMBINE, RAGAZZI 
Viva Parpignol, Parpignol! 
Il tambur! Tamburel! 
Dei soldati il drappel! 

(Escono, seguendo el carreto 
di Parpignol)

MARCELLO 
(come continuando il discorso) 
Signorina Mimì, che dono raro 
le ha fatto il suo Rodolfo? 

MIMÌ 
(mostrando una cuffietta che toglie 
da un involto) 
Una cuffietta a pizzi, tutta rosa, 
ricamata; coi miei capelli bruni 
ben si fonde. 
Da tanto tempo tal cuffietta 
è cosa desiata!...  Egli ha letto 
quel che il core asconde... 
Ora colui che legge dentro a un cuore 
sa l'amore ed è... lettore. 

SCHAUNARD 
Esperto professore... 

COLLINE 
(seguitando l'idea di Schaunard) 
... che ha già diplomi 
e non son armi prime le sue rime... 

SCHAUNARD 
(interrompendo) 
... tanto che sembra ver 
ciò ch'egli esprime!... 

MARCELLO 
(guardando Mimì) 
O bella età 
d'inganni e d'utopie! 
Si crede, spera, e tutto 
bello appare! 

RODOLFO
La più divina delle poesie 
è quella, amico, 
che c'insegna amare! 

MIMÌ 
Amare è dolce ancora più del miele... 

MARCELLO 
(stizzito) 
... secondo il palato è miele, o fiele!... 

MIMÌ 
(sorpresa, a Rodolfo) 
O Dio! ... l'ho offeso! 

RODOLFO
È in lutto, o mia Mimì. 

SCHAUNARD, COLLINE 
(per cambiare discorso) 
Allegri, e un toast!... 

MARCELLO 
(al cameriere) 
Qua del liquor!... 

TUTTI 
(alzandosi) 
E via i pensier, 
alti i bicchier! Beviam! 

MARCELLO 
(interrompendo, perché ha veduto 
da lontano Musetta) 
Ch'io beva del tossico! 

(Si lascia cadere sulla sedia. All'angolo
di via Mazzarino appare una bellissima
signora dal fare civettuolo ed allegro,
dal sorriso provocante. Le vien dietro
Alcindoro, un signore pomposo, pleno
di pretensione negli abiti, nei modi, 
nella persona.) 

RODOLFO, SCHAUNARD, COLLINE 
(con sorpresa, vedendo Musetta) 
Oh! Musetta!

MARCELLO 
Essa! 

BOTTEGAIE 
(vedendo Musetta)
To'! Lei! Sì! To'! Lei!
Musetta! 
Siamo in auge! Che toeletta! 

ALCINDORO 
(trafelato)
Come un facchino... 
correr di qua... di là... 
No! No! non ci sta... non ne posso più! 

MUSETTA 
(con passi rapidi, guardando qua e là
come in cerca di qualcuno, mentre
Alcindoro la segue, sbuffando e stizzito
chiamandolo come un cagnolino)
Vien, Lulù!

ALCINDORO
Non ne posso più

MUSETTA 
Vien, Lulù!  

SCHAUNARD 
Quel brutto coso mi 
par che sudi! 

(Musetta vede la tavolata degli 
amici innanzi al Caffè Momus ed
indica ad Alcindoro di sedersi
al tavolo lasciato libero poco
prima dai borghesi) 

ALCINDORO 
(a Musetta)
Come! qui fuori? 
Qui? 

MUSETTA 
Siedi, Lulù! 

(Siede irritato, alzando il bavero del 
suo pastrano)

ALCINDORO
(Borbottando) 
Tali nomignoli, 
prego, serbateli al tu per tu! 

(Un cameriere si avvicina e 
prepara la tavola) 

MUSETTA 
Non farmi il Barbablù!

(Siede anch'essa al tavolo rivolta 
verso il Caffè.) 

COLLINE 
(esaminando il vecchio) 
È il vizio contegnoso... 

MARCELLO 
(con disprezzo) 
Colla casta Susanna! 

MIMÌ 
(a Rodolfo) 
Essa è pur ben vestita! 

RODOLFO
Gli angeli vanno nudi. 

MIMÌ 
(con curiosità) 
La conosci? Chi è? 

MARCELLO 
(a Mimì) 
Domandatelo a me. 
Il suo nome è Musetta... 

MUSETTA 
(colpita nel vedere che gli amici
non la guardano) 
Marcello mi vide...

MARCELLO
cognome: Tentazione!

MUSETTA
Non mi guarda, il vile! 

MARCELLO
Per sua vocazione 
fa la Rosa dei venti; 

MUSETTA
(sempre più stizzita)
Quel Schaunard che ride! 

MARCELLO
gira e muta soventi 
e d'amanti e d'amore. 

MUSETTA
Mi fan tutti una bile! 

MARCELLO
E come la civetta ...

MUSETTA
Se potessi picchiar, 
se potessi graffiar! 

MARCELLO
...è uccello sanguinario; 
il suo cibo ordinario 
è il cuore... 

MUSETTA
Ma non ho sottomano 
che questo pellican! 

MARCELLO
Mangia il cuore!...

MUSETTA
Aspetta! 

MARCELLO
(Con amarezza)
Per questo io non ne ho più... 
Ehi! Camerier! 

(Nascondendo la commozione)

Passatemi il ragù! 

MUSETTA
(Gridando; annusando un piatto, 
al camerier che accorre ad essa)
Ehi! Camerier! Questo piatto 
ha una puzza di rifritto! 

(Getta il piatto a terra con forza, il
camerier si affretta a raccogliere i
cocci) 

ALCINDORO 
(frenandola) 
No, Musetta... Zitta zitta! 

MUSETTA 
(vedendo che Marcello non si volta) 
E Non si volta!

ALCINDORO 
(con comica disperazione) 
Zitta! zitta! zitta! 
Modi, garbo! 
A chi parli?... 

COLLINE 
Questo pollo è un poema! 

MUSETTA 
(rabbiosa) 
Ora lo batto, lo batto!

ALCINDORO 
Con chi parli?... 

MUSETTA 
Al cameriere! Non seccar! 

SCHAUNARD 
Il vino è prelibato. 

MUSETTA
Voglio fare il mio piacere.... 

ALCINDORO 
Parla pian 
parla pian!

(Prende la nota del cameriere e
si mette ad ordinare la cena) 

MUSETTA 
... vo' far quel che mi pare! 
Non seccar. 

ALCINDORO
Parla pian! Parla pian!

MUSETTA
Non secca-a-ar!

SARTINE 
(Attraversando la scena, si arrestano
un momento vedendo Musetta.) 
Guarda, guarda chi si vede, 
proprio lei, Musetta! 

STUDENTI 
(attraversando la scena) 
Con quel vecchio che balbetta... 
... proprio lei, Musetta! 

(ridendo) 

Ah, ah, ah, ah! 

MUSETTA 
Che sia geloso di questa mummia? 

ALCINDORO 
(interrompendo le sue ordinazioni, 
per calmare Musetta che continua
ad agitarsi) 
La convenienza... 
il grado... la virtù... 

MUSETTA 
...Vediam se mi resta 
tanto poter su lui 
da farlo cedere! 

SCHAUNARD 
La commedia è stupenda! 

MUSETTA 
(guardando Marcello, a voce alta) 
Tu non mi guardi! 

ALCINDORO 
(Credendo che Musetta gli abbia rivolto
la parola, se ne compiace e le risponde
gravemente)
Vedi bene che ordino!... 

SCHAUNARD 
La commedia è stupenda! 

COLLINE 
Stupenda! 

RODOLFO
(a Mimì) 
Sappi per tuo governo 
che non darei perdono in sempiterno. 

SCHAUNARD 
Essa all'un parla 
perché l'altro intenda. 

MIMÌ 
(a Rodolfo) 
Io t'amo tanto, e son tutta tua!... 
Ché mi parli di perdono? 

COLLINE 
(a Schaunard) 
E l'altro invan crudel... 
finge di non capir, 
ma sugge miel!... 

MUSETTA 
Ma il tuo cuore martella! 

ALCINDORO 
Parla piano, piano 

MUSETTA 
Ma il tuo cuore 
martella! 

ALCINDORO 
Parla piano, piano 

MUSETTA
(sempre seduta dirigendosi 
intenzionalmente a Marcello, 
il quale comincia ad agitarsi) 
Quando m'en vò soletta 
per la via, la gente sosta e mira 
e la bellezza 
mia tutta 
ricerca in me da capo a pie'... 

MARCELLO 
(agli amici, con voce soffocata) 
Legatemi alla seggiola! 

ALCINDORO 
Quella gente che dirà? 

MUSETTA 
... ed assaporo allor la bramosia 
sottil, che da gli occhi traspira 
e dai palesi vezzi intender sa 
alle occulte beltà.

(Alzandosi)

Così l'effluvio del desìo 
tutta m'aggira, 
felice mi fa! felice mi fa! 

ALCINDORO 
(Si avvicina a Musetta, cercando di 
farla tacere) 
(Quel canto scurrile 
mi muove la bile!) 

MUSETTA 
(A Marcello)
E tu che sai, che memori e ti struggi 
da me tanto rifuggi? 
So ben: le angoscie tue 
non le vuoi dir, 
ma ti senti morir! 

MIMÌ 
(a Rodolfo) 
Io vedo ben... 
che quella poveretta, 
tutta invaghita di Marcel, 
tutta invaghita ell'è! 

(Schaunard e Colline si alzano e
si portano da un lato, osservando la 
scena con curiosità, mentre Rodolfo
e Mimì rimangon soli, seduti, 
parlandosi con tenerezza. Marcerllo, 
sempre più nervoso ha lasciato il 
suo posto, vorrebbe andarsene, ma 
non sa resistere alla voce di Musetta) 

ALCINDORO 
Quella gente che dirà? 

RODOLFO
(a Mimì) 
Marcello un dì l'amò. 

SCHAUNARD 
Ah, Marcello cederà! 

RODOLFO
(a Mimì)
La fraschetta l'abbandonò 

COLLINE 
Chi sa mai quel che avverrà! 

RODOLFO
per poi darsi 
a miglior vita.

(Alcindoro tenta inutilmente di
persuadere Musetta a riprendere posto
alla tavola, ove la cena è già pronta) 

SCHAUNARD 
Trovan dolce al pari il laccio... 
... chi lo tende e chi ci dà. 

COLLINE 
Santi numi, 
in simil briga... 
mai Colline intopperà! 

MUSETTA 
(fra sè)
Ah! Marcello smania... 
Marcello è vinto!

ALCINDORO 
Parla pian! Zitta, zitta! 

MIMÌ
(Guardando Alcindoro)
Quell'infelice mi muove a pietà.

COLLINE
Essa è bella - 
non son cieco

MIMÌ
(Stringendosi a Rodolfo)
T'amo!

SCHAUNARD 
(fra sè)
Quel bravaccio a momenti cederà! 
Stupenda è la commedia! 
Marcello cederà!

(a Colline)

Se tal vaga persona, 
ti trattasse a tu per tu, 
la tua scienza brontolona 
manderesti a Belzebù! 

RODOLFO
(cingendo Mimì alla vita)
Mimì ! 
È fiacco amor 
quel che le offese 
vendicar non sa! 
Non risorge 
spento amor! 

MIMÌ
L'amor ingeneroso 
è tristo amor!
Quell'infelice mi muove a pietà.

COLLINE
....ma piaccionmi assai più
una pipa e un testo greco.
Essa è bella, 
non son cieco...

ALCINDORO 
(A Musetta)
Modi, garbo! Zitta, zitta! 

MUSETTA 
Sò ben le angoscie tue 
non le vuoi dir. 
Ah! ma ti senti morir. 

(ad Alcindoro, ribellandosi) 

Io voglio fare il mio piacere! 
Voglio far quel che mi par, 
non seccar! non seccar! 
non seccar!

(A sè)

Or convien liberarsi del vecchio! 

(Simulando un forte dolore ad un 
piede, va di nuovo a sedersi) 

Ahi! 

ALCINDORO 
Che c'è? 

MUSETTA 
Qual dolore, qual bruciore! 

ALCINDORO 
Dove? 

(Si china per slacciare la 
scarpa a Musetta) 

MUSETTA 
(mostrando il piede con civetteria) 
Al pie'! 

MARCELLO 
(commosso sommamente, avanzandosi) 
Gioventù mia, tu non sei morta, 
né di te morto è il sovvenir! 
Se tu battessi alla mia porta, 
t'andrebbe il mio core ad aprir! 

MUSETTA 
Sciogli, slaccia, rompi, straccia! 
Te ne imploro... 
Laggiù c'è un calzolaio. 
Corri presto! Ne voglio un altro paio. 
Ahi! che fitta, 
maledetta scarpa stretta!

(Si leva la scarpa e la pone 
sul tavolo. )

Or la levo... Eccola qua. 

(impazientandosl)

Corri, va, corri. Presto, va! va! 

MIMÌ 
Io vedo ben 
ell'è invaghita di Marcello! 

RODOLFO
Io vedo ben; 
la commedia è stupenda!

ALCINDORO 
Imprudente ! 
Quella gente che dirà? 
Ma il mio grado! 
Vuoi ch'io comprometta? 
Aspetta ! Musetta! Vo'. 

(va via frettolosamente) 

SCHAUNARD E COLLINE 
La commedia è stupenda! 

(Musetta e Marcello si abbracciano 
con grande entusiasmo) 

MUSETTA 
Ah! 

MARCELLO 
Sirena! 

SCHAUNARD 
Siamo all'ultima scena! 

(Un cameriere porta il conto) 

TUTTI
(con sorpresa alzandosi) 
Il conto? 

SCHAUNARD 
Così presto? 

COLLINE 
Chi l'ha richiesto? 

SCHAUNARD 
(al cameriere) 
Vediam ! 

(Dopo guardato il conto, lo passa 
agli amici) 

RODOLFO, COLLINE 
(osservando il conto) 
Caro!

(Lontanissima si ode la Ritirata militare
che a poco a poco va avvicinandosi) 

COLLINE, SCHAUNARD, RODOLFO
Fuori il danaro! 

SCHAUNARD
Colline, Rodolfo e tu, Marcel?

MONELLI 
(accorrendo da destra) 
La Ritirata! 

MARCELLO
Sono all'asciutto!

SCHAUNARD
Come?

SARTINE, STUDENTI 
(Sortono frettolosamente dal caffè
Momus) 
La Ritirata! 

RODOLFO
Ho trenta soldi in tutto! 

BORGHESI
La Ritirata!

COLLINE, SCHAUNARD, MARCELLO 
Come? Non ce n'è più? 

SCHAUNARD 
Ma il mio tesoro, dov'è? 

MONELLI
S'avvicinan per di quà?

MUSETTA 
(al cameriere)
Il mio conto date a me.

SARTINE, STUDENTI
No! Vien di là!

MONELLI
S'avvicinan per di là!

SARTINE, STUDENTI
Vien di quà!

MONELLI
No, Vien di là!

MUSETTA 
(Al cameriere che le mostra il conto)
Bene! 

BORGHESI, VENDITORI
Largo! Largo!

RAGAZZI 
(alcuni dalle finestre) 
Voglio veder! Voglio sentir! 

MUSETTA
Presto, sommate  quello con questo! 
Paga il signor 
che stava qui con me! 

MAMME 
(alcune, dalle finestre) 
Lisetta, vuoi tacer? 
Tonio, la vuoi finir?

FANCIULLE
Mamma, voglio vedere!
Papà, voglio sentire!

RODOLFO, MARCELLO, 
SCHAUNARD,  COLLINE
Paga il signor!

RAGAZZI
Vuò veder la Ritirata!

MAMME
Vuoi tacer, 
la vuoi finir!

SARTINE
S'avvicinano di quà!

BORGHESI
S'avvicinano di là!

TUTTI
Si, di quà!

MONELLI
Come sarà arrivata,
la seguiremo al passo

COLLINE, SCHAUNARD, MARCELLO
Paga il signor!

MUSETTA 
E dove s'è seduto 
ritrovi il mio saluto! 

(Metendo il conto sulla sedia)

BORGHESI
In quel rullio tu senti
la patria maestà.

RODOLFO, MARCELLO, 
SCHAUNARD, COLLINE 
E dove s'è seduto 
ritrovi il mio saluto! 

LA FOLLA
Largo, largo, eccoli qua!

MONELLI
Ohè! Attenti eccoli qua!

MARCELLO 
Giunge la Ritirata! 

LA FOLLA
In fila!

MARCELLO, COLLINE 
Che il vecchio non ci veda 
fuggir colla sua preda! 

RODOLFO
Giunge la Ritirata! 

MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE 
Quella folla serrata 
il nascondiglio appresti! 

MIMÌ, MUSETTA, RODOLFO,
MARCELL SCHAUNARD, COLLINE 
Lesti, lesti, lesti! 

LA FOLLA
I Zappatori! 
I Zappatori! Olà!
Ecco il Tambur Maggior:
pare un general! 
La Ritirata è qua! 
Eccolo là! Il bel Tambur Maggior! 
La canna d'or, tutto splendor! 
Che guarda, passa, va! 

(La Ritirata attraversa la scena,
dirigendosi verso il fondo a destra.
Musetta non potendo camminare perché
ha un solo piede calzato, è alzata a
braccia da Marcello e Colline che
rompono le fila degli astanti, per seguire
la Ritirata; la folla vedendo Musetta
portata trionfalmente, ne prende pretesto
per farle clamorose ovazioni. Marcello e
Colline con Musetta si mettono in coda
alla Ritirata, li seguono Rodolfo e Mimì
a braccetto e Schaunard col suo corno
imboccato, poi studenti e sartine
saltellando allegramente, poi
ragazzi, borghesi, donne che prendono il
passo di marcia. Tutta questa folla si
allontana dal fondo seguendo la Ritirata
militare) 

RODOLFO, MARCELLO, 
SCHAUNARD, COLLINE 
Viva Musetta! Cuor birichin! 
Gloria ed onor, onor e gloria 
del quartier latin! 

LA FOLLA
Tutto splendor! 
Di Francia è il più bell'uom! 
Il bel Tambur Maggior 
Eccolo là! 
Che guarda, passa; va! 

(Intanto Alcindoro con un paio di 
scarpe bene incartocciate ritorna 
verso il Caffè Momus cercando di
Musetta; il cameriere, che è presso 
al tavolo, prende il conto lasciato da
questa e cerimoniosamente lo presenta
ad Alcindoro, il quale vedendo la
somma, non trovando più alcuno, cade
su di una sedia, stupefatto, allibito) 

ACTO II
En el Barrio Latino

(Un cruce de calles; la parte más ancha
toma la forma de una plazoleta repleta
de tiendas, vendedores de todo tipo. A
un lado, el Café Momus. La víspera de
Navidad. Abundante y variopinto gentío:
burgueses, soldados, chicos, niñas,
estudiantes, modistas, gendarmes, etc. A
la puerta de sus tiendas las vendedores
gritan a todo pulmón, incitando a la
masa de compradores. Separados, entre
esa presión de gente, andan, de un lado
a otra Rodolfo y Mimí. Colline está junto
a la tienda de una zurcidora; Schaunard,
en una tienda de viejo, comprando un
silbato y una cama. Marcelo, va de un
lado a otro, a donde lo lleva lo gente.
Parejas de burgueses en mesas, fuera
del Café Momus. Atardecer. Las tiendas
están iluminadas can lamparillas y
farolillos encendidos; un gran farol
ilumina la entrada del café. La masa de
gente hace que el bullicio sea incesante)

VENDEDORES
(En la puerta de sus tiendas, todos
gritando)
¡Naranjas! ¡Dátiles!
¡Castañas calientes! 
¡Muñecos, cruces!
¡Turrones y caramelos! 
¡Flores, para las mujeres guapas! 
¡Vaya pasteles! 
¡Nata montada! 
¡Gorriones, pájaros! 
¡Dátiles! ¡Truchas! 
¡Leche de coco! 
¡Zanahorias!

GOLFILLOS
(Gritando) 
¡Naranjas! ¡Muñecos! 
¡Castañas calientes y caramelos!
¡Turrones!

LA MULTITUD 
¡Cuánta gente! ¡Qué jaleo!

(Se alza el telón)

Sujétate a mí. ¡Qué jaleo! 
Dejen pasar... ¡corramos! 
¡Lisa! ¡Emma! 
¡Ven rápido, Emma, 
cuando te llamo! 
Aún nos queda otra calle... 
cojamos la calle Mazzarino, 
que me falta ya el aliento... 
¿Lo ves? El Café está aquí al lado. 
¡Oh! ¡Qué joyas tan estupendas! 
¡Los ojos más bonitos que he visto! 
Peligrosos ejemplos 
nos está dando hoy la multitud... 
En mis tiempos era mejor. 
¡Viva la libertad!

EN EL CAFÉ
(Gritando y reclamando al camarero
que va y viene atareado)
¡Rápido Aquí! ¡Camarero! ¡Un vaso!
¡Cerveza! ¡Un café!

VENDEDORES
(De un lado a otro, entre la multitud, 
ofreciendo mercancía) 
¡Caramelos! ¡Flores para las guapas! 
¡Pasteles! ¡Nata montada! 
¡Gorriones y pinzones! ¡Dátiles! 
¡Leche de coco!

GOLFILLOS
¡Vamos, deprisa! ¡Leche de coco!

VENDEDORES
¡Leche de coco! ¡Zanahorias!

SCHAUNARD
(Después de haber tocado la corna
por la que ha regateado durante 
un buen rato con un buhonero)
¡Falso es este Rey! 
Boquilla y corna... Cuánto es?

(Paga. Rodolfo y Mimí, pasan 
por entre la multitud, hacia el taller 
de la modista)

COLLINE
(Junto a la zurcidora que le ha 
cosido el bajo del chambergo) 
Está un poco usado...

RODOLFO
Vamos...

MIMÍ
¿Vamos por el sombrerito?

COLLINE
...pero es bueno, y a buen precio

(Paga. Luego distribuye, los 
libros con lo que va cargando, entre 
los muchos bolsillos del chambergo)

RODOLFO 
Sujétate de mi brazo, 
Así, bien sujeta... ¡Vamos!

(entran en la tienda de una modista)

MARCELO
(Completamente solo, entre la 
gente, con un paquete bajo el brazo,
mirando a las jóvenes que el gentío
casi le pone en sus brazos)
Yo, casi me siento capaz de gritar: 
"¿Quién quiere, alegres damiselas, 
un poco de amor?".

VENDEDORES
¡Dátiles! ¡Truchas!

UN VENDEDOR AMBULANTE
(Atraviesa la escena, gritando)
¡Ciruelas de Tours!

MARCELO
(Acercándose a una muchacha)
¡Vayamos juntos a
comprar y vender!
Yo, doy por una sola moneda, 
mi virginal corazón!

(La muchacha se aleja, riéndose)

SCHAUNARD
(Se pasea frente al café Momus, 
esperando a los amigos, armado 
con el enorme el cuerno de caza, 
mira curiosamente a la multitud)
Entre empujones y pisotones 
se apresura la multitud, 
entreteniéndose en probar 
placeres nuevos... tonterías... 
Insatisfechos.

(Entra un grupo de vendedoras)

ALGUNAS VENDEDORAS 
¡Muñecos, alfileres! 
¡Dátiles y caramelos!

COLLINE
(Sale al encuentro de Schaunard,
triunfalmente, con  un viejo libro)
Copia rara. mas bien, única: 
¡la Gramática Rúnica!

SCHAUNARD
(Le da unas palmaditas en la 
espalda, compadeciéndolo) 
¡Hombre ingenuo!

MARCELO
(Al llegar al café Momus, les grita 
a Schaunard y a Colline)
¡A comer!

SCHAUNARD, COLLINE
¿Y Rodolfo?

MARCELO 
Entró en una modista.

RODOLFO
(Subiendo de la modista con a Mimí) 
Ven, nos esperan los amigos.

(Marcelo, Schaunard y Colline buscan 
una mesa libre en la terraza del café, 
pero sólo hay una y ocupada por un
grupo de burgueses. Los tres los
fulminan con miradas displicentes 
de desprecio. Entran en el Café)

MIMÍ
(Señalando el sombrerito que 
lleva puesto con mucha gracia)
¿Me queda bien este sombrero rojo?

RODOLFO
(A Mimí)
Eres morena 
y ese color te va muy bien.

CLIENTES DEL CAFÉ
¡Camarero! ¡Un vaso! 
¡Deprisa! ¡Aquí! 
¡Licor de cerezas!

MIMÍ
(Extasiada ante una tienda) 
¡Qué precioso collar de coral!

RODOLFO 
Tengo un tío millonario. 
Si el buen Dios se hace cargo de él, 
voy a comprarte un collar 
mucho más bonito...!

(Rodolfo y Mimí, conversando 
se dirigen hacia el fondo
 pierdéndose entre la multitud.
En una tienda un vendedor, 
sobre una silla, ofrece a la venta,
gesticulando, lencería, gorros de
dormir, etc. Un grupo de chicos se 
paran ante la tienda y estallan
en carcajadas)

GOLFILLOS, MODISTAS, ESTUDIANTES
(Riendo)
¡Ja, la, la, la...!

BURGUESES 
¡Hagamos cola con la multitud! 
¡Niños: estad atentos! 
¡Qué jaleo! ¡Cuánta gente! 
¡Cojamos la calle Mazzarino! 
Me ahogo... ¡Vámonos! 
¡Mira! ¡el café está aquí cerca! 
¡Entremos en el Momus! 
¡Ah!

VENDEDORES
¡Naranjas! ¡Dátiles!
¡Muñecos! ¡Flores!

(mucha gente por todas partes, 
va de aquí para allá de la pequeña
placita; luego, se reúnen al fondo.
Colline, Schaunard y Marcelo 
salen del café llevando una mesa; les 
sigue un camarero con las sillas. Los 
burgueses de la mesa de al lado, 
fastidiados por el ruido, se
levantan y se van, al poco rato.
Avanzan Rodolfo y Mimí; ella 
observa a un grupo de estudiantes)

RODOLFO
(Con un dulce reproche a Mimí) 
¿A quién miras?

COLLINE 
Odio al vulgo profano, 
igual que Horacio.

MIMÍ
(A Rodolfo)
¿Estás celoso?

RODOLFO 
Al hombre feliz la sospecha 
siempre acecha.

SCHAUNARD 
Yo, cuando me he saciado, 
quiero abundancia de espacio...

MIMÍ 
(A Rodolfo)
¿Eres feliz?

MARCELO
(Al camarero) 
Queremos una cena suculenta.

RODOLFO
(Apasionadamente)
¡Claro que si! Mucho...

MARCELO 
¡Rápido!

SCHAUNARD 
Para muchos.

RODOLFO 
¿Y tú?

MIMÍ
¡Si! ¡Mucho...!

MODISTAS, ESTUDIANTES
(Algunos)
¡Allí! ¡Vamos a Momus!

(Entran en el café)

MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE
(Al camarero, que entra corriendo al
café, mientras, otro sale con una
bandeja con todo lo necesario para
preparar la mesa)
¡Rápido!

(Rodolfo y Mimí se dirigen 
al café Momus)

LA VOZ DE PARPIGNOL 
(VENDEDOR AMBULANTE)
(Desde lejos)
¡Llegan los juguetes de Parpignol!

RODOLFO
(Se une a sus amigos y les 
presenta a Mimí) 
Dos sillas.

COLLINE
¡Por fin!

RODOLFO 
Ya estamos aquí. 
Os presento a Mimí, sabia florista. 
Su venida completa 
la agradable compañía. 
Pues... porque yo soy el poeta 
y ella, la poesía. 
De mi mente, nacen los cantos: 
de sus dedos, nacen las flores...
De las almas exultantes 
¡nace el amor!

MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE
(Riendo)
¡Ja, ja, ja, ja!

MARCELO
(Con ironía) 
¡Dios qué ideas tan raras!

COLLINE
(Solemne, señalando a Mimí) 
Digna es de entrar.

SCHAUNARD
(Teatralizando la autoridad) 
Que entre pues; si es necesario.

COLLINE
Yo no le doy sino un "accésit"

LA VOZ DE PARPIGNOL
(Más cerca) 
¡Llegan los juguetes de Parpignol!

(Se sientan todos a la mesa; entretanto,
vuelve el camarero)

COLLINE
(al ver al camarero, le grita con
énfasis) 
¡Salami!

(El camarero les da la lista de platos
que pasa por las manos de los cuatro 
amigos, la miran en profundidad, con
una especie de admiración. Por la
calle Delfino aparece una carreta
de chucherías y flores iluminada
con farolillos. Quien la empuja es
Parpignol el popular vendedor de
juguetes; los niños la siguen
brincando y rodeando el carro, 
extasiados con los juguetes)

CHICOS, NIÑAS
(Alrededor) 
¡Parpignol! ¡Parpignol! ¡Parpignol...!

(Salen) 

¡Aquí está Parpignol! ¡Parpignol! 
¡Con la carreta llena de flores! 
¡Aquí está Parpignol! 
¡Quiero la trompeta, el caballito! 
¡El tambor, el tamboril...! 
¡Quiero el cañón, quiero el látigo, 
el ejército de soldaditos!

(Niñas y chicos rodean la carreta 
de Parpignol gesticulando con gran
vivacidad Un grupo de madres 
buscan a los chicos y, al encontrarlos
junto a Parpignol, se ponen 
a gritarles: una coge al hijito por una 
mano, la otra saca de ahí a su niña.
Algunas amenazan; otras gritan 
aunque, inútilmente, porque ni las 
niñas ni los niños quieren separarse
de la carreta)

SCHAUNARD
¡Ciervo asado!

MARCELO
(Examinando el papel y pidiendo, 
en voz alta, al camarero)
¡Un pavo!

SCHAUNARD
¡Vino del Rin!

COLLINE
¡Vino de mesa!

SCHAUNARD 
¡Langosta sin piel!

LAS MADRES
(Furiosas, amenazantes) 
¡Ah, pequeños endemoniados! 
¿Qué habéis venido a hacer 
a este lugar? 
¡A casa! ¡A la cama! 
¡Vamos, traviesos, descarados! 
¿Los coscorrones os 
han sabido a poco? 

(Una mamá coge de la oreja 
a un niño y este se pone a 
lloriquear)

UN NIÑO
(Lloriqueando)
¡Quiero la trompeta, el caballito...!

RODOLFO 
Y tú, Mimí, Qué quieres? 

MIMÍ 
La crema.

(Las mamas, enternecidas, se 
deciden a comprar a Parpignol. 
Los niños saltan de alegría,
apropiándose de los juguetes)

SCHAUNARD
(Con muchísima importancia 
dice al camarero que tome buena 
nota de todo lo que le han pedido) 
Y, bien servido pues... 
¡hay una dama!

(Parpignol va hacia la calle Comedia. 
Los niños lo siguen, con alegría, 
marchando y fingiendo que van
tocando los instrumentos musicales 
que les acaban de comprar)

NIÑOS, NIÑAS
¡Viva Parpignol! ¡Parpignol!
¡El tambor! ¡El tamboril...!
¡El ejército de soldaditos ...!

(salen, siguiendo la carreta 
de Parpignol)

MARCELO
(Como siguiendo la conversación)
Señorita Mimí, ¿qué regalo raro 
os ha hecho su Rodolfo?

MIMÍ
(Muestra un sombrerito que saca 
de un paquete envuelto)
Un sombrerito con encajes, 
bordado todo en rojo. 
Con mi cabello oscuro va muy bien. 
Hacía tiempo que un sombrerito así 
había deseado... y él ha sabido leer 
lo que guardaba en mi corazón... 
Quien puede leer un corazón 
conoce el amor... y lo interpreta. 

SCHAUNARD 
Experto profesor...

COLLINE 
(Siguiendo la idea de Schaunard) 
...que ya tiene diplomas 
y no son armas nuevas sus rimas...

SCHAUNARD
(Interrumpiendo) 
¡Hasta parece cierto 
todo lo que expresa!

MARCELO
(Mirando a Mimí) 
¡Oh, bella edad 
de engaños y de utopía! 
Se cree, se espera, 
y todo parece ser bello...

RODOLFO
El más bello poema
es aquél, amigo mío, 
que nos enseña a amar.

MIMÍ
Amar es aún más dulce que la miel

MARCELO
(Enfadado)
Según el paladar, es miel o es hiel.

MIMÍ
(Sorprendida, a Rodolfo)
¡Oh, Dios mío! ¡Lo he ofendido!

RODOLFO
El está de luto, querida Mimí.

SCHAUNARD, COLLINE
(Por cambiar de conversación)
¡Animaos! ¡Un brindis!...

MARCELO
(Al camarero)
¡Aquí el licor!...

TODOS
(Levantándose)
Fuera las preocupaciones...
¡Arriba los vasos!... ¡bebamos!

MARCELO
(Interrumpe, al ver que 
entra Musetta, riendo)
¡Para mi, veneno!

(cae en la silla. Por la esquina
de la calle Mazzarino aparece una
belle señorita de modales coquetos 
y alegres, de sonrisa provocativa. La
sigue, detrás, Alcindoro un anciano
pomposo en el vestir, en las maneras
sociales y en la personalidad)

SCHAUNARD, COLLINE, RODOLFO
(Sorprendidos, al ver a Musetta)
¡Oh! ¡Musetta!

MARCELO
¡Ella!

TENDERAS
(Al ver a Musetta)
¡Anda! ¡Ella! ¡Si! 
¡Anda, si es ella, Musetta! 
¡Estamos en auge...! ¡Qué ropas!

ALCINDORO
(Convulso) 
Como un portamaletas... 
corriendo por aquí y por allá... 
¡No, no! ¡Así no podemos seguir!...

MUSETTA
(deprisa, mirando aquí y allá,
como buscando a alguien; Alcindoro 
la sigue, bufando y enfadado.
Ella lo llama, como si fuese un perro)
¡Ven, Lulú!

ALCINDORO 
¡Ya no puedo más!

MUSETTA
¡Vamos, Lulú!

SCHAUNARD
¡Ese animal estúpido hasta parece 
que esta sudando!

(Musetta ha visto la mesa de los
amigos delante del café Momus e
indica a Alcindoro que se siente
en la mesa que han dejado libre
los burgueses)

ALCINDORO
(a Musetta)
¿Cómo? ¿Aquí fuera? 
¿Aquí...?

MUSETTA 
¡Siéntate, Lulú!

(Irritado, se sienta, y, con genio, se 
sube el cuello del abrigo)

ALCINDORO
(Barruntando) 
Esos apodos, te lo ruego, 
resérvalos para la intimidad.

(Un camarero se acerca y 
prepara la mesa)

MUSETTA
¡No te hagas el Barbazul!

(Ella se sienta también a 
la mesa, de cara al café)

COLLINE
(Examinando al viejo)
Es un vicioso discreto...

MARCELO
(Con desprecio)
¡Con la casta Susana!.

MIMÍ
(A Rodolfo) 
Va muy bien vestida.

RODOLFO 
Los ángeles van desnudos.

MIMÍ
(Con curiosidad)
¿La conoces? ¿Quién es?

MARCELO
(A Mimí)
Pregúntamelo a mi. 
Se llama Musetta...

MUSETTA
(Molesta, al ver que los amigos de la
mesa de al lado no la miran)
Marcelo me ha visto...

MARCELO 
...de apellido: ¡Tentación!

MUSETTA
...¡y no me mira, el malvado!...

MARCELO 
Por vocación propia se dedica 
a ser la rosa de los vientos...

MUSETTA
(Cada ve mas alterada)
¡Y ese Schaunard, riéndose...!

MARCELO 
...va cambiando, de un día a otro, 
de amantes y de amores...

MUSETTA 
¡Me están revolviendo el estómago!

MARCELO 
...y así como la lechuza...

MUSETTA
¡Si pudiese picarlo!
¡Si lo pudiese arañar...!

MARCELO 
...es un pájaro sanguinario; 
su alimento cotidiano 
¡es el corazón...!

MUSETTA 
Pero no tengo a mano 
sino a ¡este pelicano!...

MARCELO
¡Come corazones!

MUSETTA 
...¡espera!

MARCELO
(Con amargura) 
Por eso, yo ya no tengo...
¡Eh, camarero!

(Ocultando su emoción) 

¡Pasadme la salsa!

MUSETTA
(Grita, al oler uno de los platos,
al camarero, que corre hacia ella)
¡Eh! ¡Camarero! 
¡Este plato apesta a refrito!

(Con fuerza, arroja el plato al 
suelo, el camarero recoge los 
pedazos)

ALCINDORO
(Reteniéndola) 
¡No, Musetta! ¡Calla! ¡Cálmate!

MUSETTA
(Viendo que Marcelo no se vuelve) 
¡Y no se vuelve!

ALCINDORO
(Con ridícula desesperación) 
¡Calla, calla! 
¡Modérate! ¡Ten maneras!
¿A quién le estás hablando?

COLLINE 
¡Este pollo es un poema!

MUSETTA
(Furiosa) 
Le voy a pegar... ¡Lo mato!

ALCINDORO 
Pero... ¿a quién le estas hablando?

MUSETTA 
Al camarero. ¡No me fastidies!

SCHAUNARD 
¡El vino es excelente!

MUSETTA 
Quiero hacer mi voluntad...

ALCINDORO 
Habla más bajo...
Habla más bajo...

(Coge el menú y empieza 
a pedir la cena)

MUSETTA 
¡Quiero hacer lo que me apetezca!
¡No me fastidies!

ALCINDORO
¡Habla más bajo!... ¡Más bajo...!

MUSETTA
¡No me fas-ti-dies!

MODISTAS
(Atraviesan la escena; se paran un
momento al ver a Musetta)
Mira, mira a quién se ve:
¡pero si es ella: la misma Musetta!

ESTUDIANTES
(Atravesando la escena)
Con ese viejo que tartamudea...
¡ella... la mismísima Musetta!

(Riendo)

¡ja, ja, ja, ja!

MUSETTA
¿Estará celoso de esta momia?...

ALCINDORO
(Interrumpe su pedido al camarero
para sosegar a Musetta, que sigue 
muy agitada)
La apariencia... 
la posición... la virtud...

MUSETTA 
...veamos si me queda 
poder sobre él 
para hacerlo ceder.

SCHAUNARD 
¡La representación es estupenda!

MUSETTA 
(Mirando a Marcelo, en voz alta) 
¡No me estás mirando!

ALCINDORO
(Cree que Musetta se está 
dirigiendo a él, se complace y 
le responde con gravedad) 
¡Ya ves que te obedezco!...

SCHAUNARD 
¡La representación es estupenda!

COLLINE 
¡Estupenda!

RODOLFO
(A Mimí)
Ten en cuenta, que no voy a
estar perdonándote siempre.

SCHAUNARD
Ella habla a uno, 
para que se entere el otro.

MIMÍ
(A Rodolfo) 
Te amo, y soy toda tuya... 
¿Qué me dices de perdones?

COLLINE
(A Schaunard) 
Y el otro, indiferente, cruel, 
finge no enterarse de nada, 
pero liba la miel.

MUSETTA
Pero tu corazón te golpea el pecho.

ALCINDORO
Baja el tono de voz, despacio

MUSETTA
Pero tu corazón 
te golpea fuerte el pecho.

ALCINDORO 
Habla más bajo, más bajo.

MUSETTA
(Sentada, dirigiéndose
intencionadamente a Marcelo, 
que empieza a removerse en la silla) 
Cuando voy solita por la calle, 
la gente se para y mira, 
y mi belleza 
todos admiran, 
de la cabeza a los pies...

MARCELO
(A los amigos, con voz sofocada)
¡Atadme a la silla!

ALCINDORO 
¿Qué estará diciendo esa gente?

MUSETTA
Y saboreo, entonces, ese anhelo 
sutil que en sus ojos brillan 
y la suave evidencia de mostrar 
la oculta belleza.

(Se pone de pie) 

Así, el efluvio del deseo,
toda me envuelve,
y me siento feliz, ¡liviana y feliz!...

ALCINDORO 
(Se dirige a Musetta
tratando de que se siente)
¡Ese canto impúdico 
me revuelve la bilis!

MUSETTA
(A Marcelo) 
Y tú, que conoces, que recuerdas 
y te abrasas, ¿tanto huyes de mi?
Bien lo sé: tu angustia 
no voy a desvelar, 
¡pero te sientes morir!

MIMÍ
(A Rodolfo)
Bien se ve ..
que la pobrecita 
suspira por Marcelo...
Suspira por él...

(Schaunard y Colline se levantan
y observan la escena con 
curiosidad, mientras que
Rodolfo y Mimí siguen sentados
hablándose con ternura. Marcelo,
todavía más nervioso, ha dejado su 
sitio, quiere irse, pero no puede
resistirse a la voz de Musetta)

ALCINDORO 
¿Qué estará diciendo esa gente?

RODOLFO
(A Mimí) 
Marcelo la amaba, antes...

SCHAUNARD 
¡Ah! ¡Marcelo cederá!

RODOLFO
(A Mimí)
...y la muy fresca lo abandonó...

COLLINE
¡Quién sabe lo que puede suceder!

RODOLFO 
... para, luego, 
darse mejor vida.

(Alcindoro intenta persuadir,  
a Musetta para que se siente a
la mesa pues, la cena está ya lista)

SCHAUNARD 
Encuentran dulce, ambos, el lazo: 
quien lo tiende y quien lo recibe...

COLLINE 
¡Santos dioses! 
En semejante intriga 
jamás caerá Colline!

MUSETTA 
(para sí)
¡Ah! ¡Marcelo arde...! 
¡Está vencido...!

ALCINDORO 
¡Habla más bajo!... ¡Calla, calla!...

MIMÍ
(Mirando a Alcindoro) 
Ese infeliz me inspira piedad.

COLLINE
¡Esa si que es buena! 
No estoy ciego.

MIMÍ
(Estrechándose contra Rodolfo)
¡Te amo!

SCHAUNARD
(para sí)
¡Ese bravucón caerá en un segundo!
¡Estupenda es la comedia!
¡Marcelo cederá!

(A Colline) 

Si una persona así, tan bella, 
te tratase íntimamente, 
tu ciencia rezonglona 
mandarías pronto al diablo...

RODOLFO
(Ciñendo a Mimí por la cintura)
¡Mimí!
Flaco es el amor
que la ofensa 
no sabe vengar.
Un amor que ha muerto, 
no resurge,...

MIMÍ
El amor que no es generoso 
es un amor triste
¡Ese infeliz me inspira piedad!

COLLINE 
...me gusta bastante más 
una pipa y un texto griego. 
Musetta es bella; 
no estoy ciego, pero...

ALCINDORO
(A Musetta)
¡Compórtate! ¡Calla, calla!...

MUSETTA
Bien conozco tu angustia; 
no quiero contarla...
¡Ah! Pero te sientes morir...

(A Alcindoro) 

Quiero hacer lo que me apetece, 
lo que me venga en gana. 
¡No me fastidies! ¡No me fastidies! 
¡No me fastidies! 

(Para sí)

Ahora conviene librarse del viejo

(Fingiendo un fuerte dolor
en el pie, va a sentarse de nuevo)

¡Ay...!

ALCINDORO 
¿Qué te ocurre?

MUSETTA 
¡Qué dolor! ¡Qué escozor!

ALCINDORO 
¿Dónde?

(Se inclina para desatar
el zapato a Musetta)

MUSETTA
(Enseñando el pie con coquetería)
¡En el pie!...

MARCELO
(Conmovido, adelantándose) 
¡Juventud mía, no has muerto, 
ni ha muerto tu recuerdo... 
si llamases a mi puerta 
mi corazón te iría a abrir!

MUSETTA
¡Afloja, desata, rompe, rasga! 
Te lo suplico...
ahí abajo, el zapatero...
¡Corre, rápido! ¡Quiero otro par! 
¡Ay! ¡Qué daño...! 
¡Maldita estrechura de zapato!

(Se quita el zapato y lo pone en 
la mesa)

Ahora me lo quito...; aquí está. 

(Impacientándose)

¡Corre, ve, corre! ¡Rápido, ve, ve!

MIMÍ
Bien se ve que la pobrecita suspira
por Marcelo...

RODOLFO
Me doy cuenta; 
¡la comedia es estupenda!

ALCINDORO 
¡Imprudente! 
¿Qué va a decir la gente? 
¿Y, mi reputación?
¿es que quieres que la comprometa? 
¡Espera, Musetta! ¡Voy!

(Corre, hacia la calle)

COLLINE, SCHAUNARD
¡La comedia es estupenda! 

(Musetta y Marcelo se abrazan 
con toda pasión)

MUSETTA 
¡Ah!

MARCELO
¡Sirena!

SCHAUNARD 
¡Estamos en la última escena!

(El camarero trae una cuenta)

TODOS
(Levantándose con sorpresa)
¡La cuenta!

SCHAUNARD
¿Tan pronto?

COLLINE
¿Quién la ha pedido?

SCHAUNARD
(Al camarero)
Veamos.

(Tras mirarla, la pasa a los 
amigos)

COLLINE, RODOLFO
(Mirando la cuenta)
¡Qué caro!

(A lo lejos se oye una música militar 
que se va acercando poco a poco) 

RODOLFO, SCHAUNARD, COLLINE
¡Sacad dinero!

SCHAUNARD
Colline, Rodolfo, y ¿tú, Marcelo?

GOLFILLOS
(corriendo hacia la derecha)
¡La retreta!

MARCELO
¡Estoy seco!

SCHAUNARD
¿Cómo?

MODISTAS, ESTUDIANTES
(Saliendo apresuradamente 
del café Momus)
¡La retreta!

RODOLFO
Tengo treinta sueldos en total.

LOS BURGUESES
¡La retreta!

MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE
¿Cómo? ¿Ya no hay más?

SCHAUNARD
Pero, y mi tesoro, ¿dónde está?

GOLFILLOS
¿Se acercan por aquí?

MUSETTA
(Al camarero)
A mi, dadme mi cuenta.

MODISTAS, ESTUDIANTES
¡No! ¡Por allí!

GOLFILLOS
Se acercan por allí...

MODISTAS, ESTUDIANTES
¡Vienen por aquí!

GOLFILLOS
¡No! ¡Vienen por allí!

MUSETTA
(Al camarero que le da la cuenta)
¡Bien!

BURGUESES, VENDEDORES
¡Paso! ¡Paso!

MUCHACHOS
(Algunos en la ventana)
¡Quiero verlo! ¡Quiero oírlo!

MUSETTA 
¡Rápido! ¡Sumad eso con esto! 
¡Paga el señor 
que estaba aquí conmigo!

LAS MADRES
(Alguna en la ventana)
Lisetta, ¿te quieres callar? 
Tonio, ¿quieres parar ya?

MUCHACHAS
Mamá, quiero verlo;
Papá, quiero oírlo...

RODOLFO, MARCELO, 
SCHAUNARD, COLLINE
¡Paga el señor!

MUCHACHOS
¡Quiero ver la retreta!

MADRES 
¿Quieres callarte? 
¿Quieres parar ya?

MODISTAS 
¡Se acercan por aquí!

BURGUESES 
¡Se acercan por allí! 

TODOS 
¡Sí, si, por aquí!

GOLFILLOS 
Cuando lleguen 
les seguiremos al paso.

COLLINE, SCHAUNARD, MARCELO 
¡paga el señor!

MUSETTA 
Y, donde estaba sentado, 
mi saludo encontrará...

(Pone la cuenta encima de la silla)

BURGUESES 
En esos redobles se aprecia 
la patria majestad.

RODOLFO, COLLINE, 
SCHAUNARD, MARCELO
¡Y donde se sentó que 
encuentre tu saludo!

LA MUCHEDUMBRE 
¡Paso, paso! ¡Aquí están!

GOLFILLOS 
¡Qué! Atentos: ¡aquí están!

MARCELO 
¡Se aproxima la retreta!

LA MUCHEDUMBRE 
¡En fila!

COLLINE, MARCELO 
¡Que el viejo no nos vea 
huyendo con su prenda!

RODOLFO 
¡Se acerca la retreta!

MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE 
¡Esa turba aglomerada 
buen escondite ofrece!

MIMÍ, MUSETTA, RODOLFO,
MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE
¡Rápido! ¡Rápido! ¡Rápido!

LA MUCHEDUMBRE 
¡Los gastadores! 
¡Los gastadores! ¡Aquí! 
¡El tambor mayor: 
parece un general! 
¡La retreta ha llegado! 
¡Aquí está, el lindo tambor mayor!
¡La bastón de oro, todo esplendor, 
que mira, pasa y se va!

(El desfile atraviesa la escena,
dirigiéndose hacia el fondo.
Musetta no puede caminar pues tiene
un solo zapato, es levantada por los
brazos por Marcelo y Colline para
seguir al desfile. El gentío al ver a
Musetta levantada triunfalmente,
empieza a aplaudir clamorosamente.
Marcelo y Colline con Musetta se
colocan tras el desfile, detrás
Rodolfo y Mimí cogidos del brazo y
Schaunard con su cuerno de caza,
después los estudiantes y las 
modistas saltando, después 
muchachos, burgueses, mujeres
cogiendo el paso de la marcha. 
Todos se alejan por el fondo
siguiendo el desfile militar)

RODOLFO, MARCELO, 
SCHAUNARD, COLLINE 
¡Viva Musetta! ¡Corazón alegre! 
¡Gloria y honor, honor y gloria 
del Barrio Latino!

LA MUCHEDUMBRE 
¡Todo esplendor! 
¡De Francia, el mejor hombre! 
¡El bello tambor mayor! 
¡Ahí va! 
Que mira, pasa y se va...

(Entre tanto, Alcindoro vuelve con
un par de zapatos hacia el café 
Momus buscando a Musetta; el
camarero que ha servido la mesa, 
coge la cuenta dejada por ella y se
 la presenta ceremoniosamente. 
Al ver la suma y no encontrar a 
nadie, cae sobre una silla, 
estupefacto)

 
ATTO III
La Barriera D'enfer. 

(Al di là della barriera, il boulevard
esterno e, nell'estremo fondo, la strada
d'Orléans, a sinistra un cabaret e un
piccolo largo costeggiato da alcuni
platani. Certi doganieri dormono 
avnti ad un bracieri. Dal cabaret, ad
intervalli, grida, crozi di bicchieri
risate. È un alba di febbraio. La neve 
è doppertutto. Dietro la cancellata
chiusa, battendo i piedi dal freddo e
soffiandosi su le mani intirizzite, 
stanno alcuni Spazzini) 

SPAZZINI 
Ohè, là, le guardie! Aprite! Ohè, là! 
Quelli di Gentilly! 
Siam gli spazzini!... 
Fiocca la neve Ohè, là! 
Qui s'agghiaccia! 

UN DOGANIERE 
(alzandosi assonnato e stirandosi 
le braccia) 
Vengo! 

VOCI INTERNE DAL CABARET 
(dal cabaret, accompagnano il canto
battendo i bicchieri) 
Chi nel ber trovò il piacer 
nel suo bicchier, 
ah! d'una bocca nell'ardor, 
trovò l'amor! 

LA VOCE DI MUSETTA 
(dal cabaret) 
Ah! Se nel bicchiere sta il piacer, 
in giovin bocca sta l'amor! 

VOCI INTERNE 
(Dal cabaret) 
Tra-lle-ra-llè... 
Eva e Noè! 

(Dànno in una risata clamorosa) 

VOCI DAL BOULEVARD
Hopplà! Hopplà! 

DOGANIERE 
Son già le lattivendole! 

(Egli apre el cancello. Una fila di
carretti con contadini entra assieme 
alla lattaie)

LATTIVENDOLE 
Buon giorno! 

CONTADINE 
(entrando in scena con ceste a braccio) 
Burro e cacio! 
Polli ed uova! 
Voi da che parte andate? 
A San Michele! 
Ci troverem più tardi? 
A mezzodì! 

(Si allontanano per diverse strade.
Mimì, dalla via d'Enfer, entra. 
Appena giunta al primo platano, la
coglie un violento accesso di tosse.
Poi riavutasi e veduto il Sergente,
gli si avvicina) 

MIMÌ 
(al Sergente) 
Sa dirmi, scusi, 
qual'è l'osteria... 

(non ricordando il nome) 

...dove un pittor lavora? 

SERGENTE 
(indicando il Cabaret) 
Eccola. 

MIMÌ 
Grazie . 

(Esce una fantesca dal Cabaret; 
Mimì le si avvicina) 

O buona donna, mi fate il favore 
di cercarmi il pittore 
Marcello? Ho da parlargli. 
Ho tanta fretta. 
Ditegli, piano, 
che Mimì lo aspetta. 

SERGENTE 
(ad uno che passa) 
Ehi, quel panier! 

DOGANIERE 
Vuoto! 

SERGENTE 
Passi! 

(Dalla barriera entra altra gente, e 
chi da una parte, chi dall'altra tutti si
allontanano. Le campane dell'ospizio
Maria Teresa suonano mattutino. È
giorno fatto, giorno d'inverno, triste 
e caliginoso. Dal Cabaret escono 
alcune coppie  che rincasano) 

MARCELLO 
(Esce dal Cabaret e con 
sorpresa vede Mimì) 
Mimì?! 

MIMÌ 
Son io. Speravo di trovarti qui. 

MARCELLO 
È ver. Siam qui da un mese 
di quell'oste alle spese. 
Musetta insegna il canto ai passeggeri; 
Io pingo quel guerrier 
sulla facciata. 

(Mimì tossisce) 

È freddo. Entrate. 

MIMÌ 
¿è Rodolfo? 

MARCELLO 
Sì. 

MIMÌ 
Non posso entrar. No! No!

MARCELLO 
(sorpreso) 
Perché? 

MIMÌ
(Scoppia in pianto, disperata) 
O buon Marcello, 
aiuto! aiuto!

MARCELLO 
Cos'è avvenuto? 

MIMÌ 
Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama 
e mi fugge e si strugge per gelosia. 
Un passo, un detto, un vezzo, 
un fior lo mettono in sospetto... 
Onde corrucci ed ire. 
Talor la notte fingo di dormire 
e in me lo sento fiso 
spiarmi i sogni in viso. 
Mi grida ad ogni istante: 
Non fai per me, 
prenditi un altro amante. 
Non fai per me. 
Ahimè! 
In lui parla il rovello; 
lo so, ma che rispondergli, 
Marcello? 

MARCELLO 
Quando s'è come voi 
non si vive in compagnia. 

MIMÌ 
Dite bene. Lasciarci conviene. 
Aiutateci! Aiutateci voi; 
noi s'è provato 
più volte, ma invano. 

MARCELLO 
Son lieve a Musetta 
ed ella è lieve a me, 
perché ci amiamo in allegria... 
Canti e risa, ecco il fior 
d'invariabile amor! 

MIMÌ 
Dite bene. Dite bene.
Lasciarci conviene. 
Fate voi per il meglio. 

MARCELLO 
Sta ben! Ora lo sveglio. 

MIMÌ 
Dorme? 

MARCELLO 
E piombato qui 
un'ora avanti l'alba; s'assopì 
sopra una panca. 
Guardate... 

(Fa cenno a Mimì di guardare per la
finestra dentro il Cabaret. Mimì tossisce
con insistenza. Compassionandola) 

Che tosse! 

MIMÌ 
Da ieri ho l'ossa rotte. 
Fuggì da me stanotte 
dicendomi: È finita. 
A giorno sono uscita 
e me ne venni a questa volta . 

MARCELLO 
(osservando Rodolfo nell'interno 
del Cabaret) 
Si desta... s'alza, 
mi cerca... viene. 

MIMÌ 
Ch'ei non mi veda! 

MARCELLO 
Or rincasate... 
Mimì... per carità, 
non fate scene qua! 

(Spinge do lcemente Mimì verso 
l'angolo del Cabaret di dove però 
quasi subito sporge curiosa la testa. 
Marcello corre incontro a Rodolfo) 

RODOLFO 
(Esce dal Cabaret ed accorre verso
Marcello.) 
Marcello. Finalmente! 
Qui niun ci sente. 
Io voglio separarmi da Mimì. 

MARCELLO 
Sei volubil così? 

RODOLFO 
Già un'altra volta credetti 
morto il mio cor, 
ma di quegli occhi azzurri 
allo splendor esso è risorto. 
Ora il tedio l'assale....

MARCELLO 
E gli vuoi rinnovare il funerale? 

RODOLFO 
Per sempre! 

MARCELLO 
Cambia metro. 
Dei pazzi è l'amor tetro 
che lacrime distilla. 
Se non ride e sfavilla 
l'amore è fiacco e roco. 
Tu sei geloso. 

RODOLFO 
Un poco. 

MARCELLO 
Collerico, lunatico, 
imbevuto di pregiudizi, 
noioso, cocciuto! 

MIMÌ 
(fra sé) 
Or lo fa incollerir! 
Me poveretta!

RODOLFO 
(con amarezza ironica) 
Mimì è una civetta 
che frascheggia con tutti. 
Un moscardino di viscontino 
le fa l'occhio di triglia. 
Ella sgonnella 
e scopre la caviglia 
con un far promettente e lusinghier. 

MARCELLO 
Lo devo dir? 
Non mi sembri sincer. 

RODOLFO
Ebbene no, non lo son. 
Invan nascondo 
la mia vera tortura. 
Amo Mimì sovra ogni cosa 
al mondo, io l'amo, ma ho paura, 
ma ho paura ! 
Mimì è tanto malata! 
Ogni dì più declina. 
La povera piccina 
è condannata! 

MARCELLO 
(sorpreso, con voce sorda) 
Mimì? 

MIMÌ 
(fra sé) 
Che vuol dire? 

RODOLFO 
Una terribil tosse 
l'esil petto le scuote 
e già le smunte gote 
di sangue ha rosse... 

MARCELLO 
Povera Mimì! 

MIMÌ 
(fra sè, piangendo) 
Ahimè, morire! 

RODOLFO 
La mia stanza 
è una tana 
squallida... il fuoco ho spento. 
V'entra e l'aggira il vento 
di tramontana. 
Essa canta e sorride 
e il rimorso m'assale. 
Me, cagion del fatale 
mal che l'uccide!

MARCELLO 
Che far dunque? 

MIMÌ 
(desolata) 
O mia vita!

(angosciata, fra sè)

Ahimè! È finita 
O mia vita! È finita 
Ahimè, morir! 

RODOLFO 
Mimì di serra è fiore. 
Povertà l'ha sfiorita; 
per richiamarla in vita 
non basta amore! 

MARCELLO
Oh, qual pietà! 
Poveretta ! 
Povera Mimì! 

(La tosse e i singhiozzi violenti
rivelano la presenza di Mimì.) 

RODOLFO 
(vedendola e accorrendo a lei) 
Che? Mimì! Tu qui? 
M'hai sentito? 

MARCELLO 
Ella dunque ascoltava? 

RODOLFO 
Facile alla paura 
per nulla io m'arrovello. 
Vien là nel tepor! 

(Vuol farla entrare 
nel Cabaret.) 

MIMÌ 
No, 
quel tanfo mi soffoca!

(Dal Cabaret si ode ridere
sfacciatamente Musetta.)

RODOLFO 
(Stringe amorosamente Mimì fra 
le sue braccia e l'accarezza) 
Ah, Mimì! 

MARCELLO 
È Musetta che ride. 

(Corre alla finestra del Cabaret.) 

Con chi ride? 
Ah, la civetta! Imparerai.

(Entra impetuosamente nel Cabaret) 

MIMÌ 
(svincolandosi da Rodolfo) 
Addio. 

RODOLFO 
(sorpreso) 
Che! Vai? 

MIMÌ
(affettuosamente) 
D'onde lieta uscì al tuo grido 
d'amore, torna sola Mimì 
al solitario nido. 
Ritorna un'altra volta 
a intesser finti fior. 
Addio, senza rancor. 
Ascolta, ascolta. 
Le poche robe aduna che lasciai 
sparse. Nel mio cassetto 
stan chiusi quel cerchietto 
d'or e il libro di preghiere. 
Involgi tutto quanto in un grembiale 
e manderò il portiere... 
Bada, sotto il guanciale 
c'è la cuffietta rosa. 
Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!... 
Addio, senza rancor. 

RODOLFO 
Dunque è proprio finita? 
Te ne vai, te ne vai, 
la mia piccina?! 
Addio, sogni d'amor!... 

MIMÌ
Addio, 
dolce svegliare alla mattina! 

RODOLFO 
Addio, sognante vita... 

MIMÌ 
(sorridendo) 
Addio, rabbuffi e gelosie! 

RODOLFO 
... che un tuo sorriso acqueta! 

MIMÌ 
Addio, sospetti!... 

MARCELLO 
Baci... 

MIMÌ 
Pungenti amarezze! 

RODOLFO 
Ch'io da vero poeta 
rimavo con carezze! 

MIMÌ, RODOLFO 
Soli d'inverno è cosa da morire! 

MIMÌ
Soli! 

MIMÌ, RODOLFO
Mentre a primavera 
c'è compagno il sol! 

MIMÌ
c'è compagno il sol!

(nel Cabaret fracasso di piatti e
bicchieri rotti. Marcello e Musetta
bisticciando)
	
MARCELLO 
(di dentro) 
Che facevi, che dicevi 
presso al fuoco a quel signore? 

MUSETTA 
(di dentro) 
Che vuoi dir? 

(Esce correndo. bisticciando) 

MIMÌ 
Niuno è solo l'april. 

MARCELLO 
(fermandosi sulla porta del Cabaret,
rivolto a Musetta:) 
Al mio venire 
hai mutato colore. 

MUSETTA
(con attitudine di provocazione) 
Quel signore mi diceva: 
Ama il ballo, signorina? 

RODOLFO 
Si parla coi gigli e le rose. 

MIMÌ 
Esce dai nidi 
un cinguettio gentile... 

MARCELLO 
Vana, frivola, civetta!
	
MUSETTA
Arrossendo rispondeva: 
Ballerei sera e mattina. 

MARCELLO 
Quel discorso asconde mire 
disoneste. 

MUSETTA
Voglio piena libertà! 

MARCELLO 
(quasi avventandosi contro Musetta) 
Io t'acconcio per le feste.... 

MIMÌ, RODOLFO 
Al fiorir di primavera 
c'è compagno il sol! 

MUSETTA
Ché mi gridi? 
Ché mi canti? 
All'altar non siamo uniti. 

MARCELLO 
Se ti colgo a incivettire! 
Bada, sotto il mio cappello 
non ci stan certi ornamenti... 

MUSETTA
Io detesto quegli amanti 
che la fanno da mariti... 

MIMÌ, RODOLFO
Chiacchieran le fontane 
la brezza della sera balsami 
stende sulle doglie umane. 

MARCELLO 
Io non faccio da zimbello 
ai novizi intraprendenti. 
Vana, frivola, civetta!
Ve n'andate? Vi ringrazio: 

(ironico) 

or son ricco divenuto.

MUSETTA
Fo all'amor con chi mi piace! 
Non ti garba?
Fo all'amor con chi mi piace!
Musetta se ne va. 

MARCELLO, MUSETTA
Vi saluto. 

MIMÌ, RODOLFO 
Vuoi che aspettiam 
la primavera ancor? 

MUSETTA 
Signor: addio! 
vi dico con piacer!. 

MARCELLO 
Son servo e me ne vo! 

(S'allontana correndo furibonda,
a un tratto si sofferma)

MUSETTA 
(Gridando)
Pittore da bottega! 

MARCELLO 
(dal mezzo della scena, gridando:) 
Vipera ! 

MUSETTA 
Rospo! 

(Esce.) 

MARCELLO 
(Entra nel Cabaret) 
Strega! 

MIMÌ 
(avviandosi con Rodolfo) 
Sempre tua per la vita... 

RODOLFO, MIMÌ
Ci lasceremo... 
... alla stagion dei fior... 

MIMÌ 
(Carezzevole)
Vorrei che eterno 
durasse il verno! 

(Cala lentamente il siparo)

MIMÌ, RODOLFO 
(dall'interno, allontanandosi) 
Ci lascerem 
alla stagion dei fior! 

ACTO III
La Barrera D'enfer.

(Junto a la barrera, el bulevar
exterior; en el fondo, la calle de
Orleans, a la izquierda una taberna
y un pequeño paseo flanqueado por
algunos plátanos. Algunos aduaneros
duermen ante un brasero. En la
taberna, de tanto en tanto, se oyen
gritos, brindis y carcajadas. Es una
mañana de febrero, can nieve por
todas partes. Detrás de la verja,
cerrada, golpean los pies, por el frío,
algunos barrenderos)

BARRENDEROS
¡Eh! ¡Ahí, la guardia! ¡Abrid!
¡Esos de Gentily! 
¡Somos los barrenderos!...
Caen buenos copos de nieve. 
¡Aquí nos congelamos!

UN ADUANERO
(Bostezando y estirando 
los brazos) 
¡Voy!

VOCES DE LA TABERNA
(Dentro de la taberna, el
canto se acompaña de brindis)
Quien en el beber encontró 
el placer en su vaso ¡ah!
¡en una boca, ardorosa, 
encontró el amor!

LA VOZ DE MUSETTA
(Dentro de la taberna)
¡Ah! ¡Si en el vaso está el placer, 
en una boca joven está el amor!

VOCES INTERNAS
(Dentro de la taberna)
Tra-le-ra-lé...
¡Eva y Noé!

(Terminando con una risotada)

VOCES DESDE EL BULEVAR 
Hopp...la! Hopp...la!

ADUANEROS
¡Aquí están ya las lecheras!

(Abren el cierre. Una fila de carretas 
con campesinos entran, junto a las
lecheras)

LAS LECHERAS
¡Buenos días!

CAMPESINOS
(Entran con cestas al brazo)
¡Mantequilla y queso! 
¡Pollos y huevos! 
Vosotros, ¡a dónde vais? 
A San Miguel. 
¡Nos vemos después! 
¡A mediodía!

(Se alejan por varias calles. Entra
Mimí por la calle D'enfer; en cuanto
se detiene junto a un plátano, le
viene un violento acceso de tos. Ya
repuesta, le ve al sargento y se le
acerca)

MIMÍ
(Al sargento)
Sabe decirme, disculpe,
¿cuál es la hostería...

(no recuerda el nombre)

...donde trabaja un pintor?

SARGENTO
(Indicando la taberna)
Ésa es.

MIMÍ
Gracias.

(Sale de la taberna una mujer 
de servicio. Mimí se le aproxima) 

Buena señora, ¿me hace el favor 
de llamar al pintor Marcelo? 
Tengo que hablarle.
Y tengo tanta prisa... 
Dígale, en voz baja, 
que Mimí lo espera.

SARGENTO
(A uno que pasa) 
¡Eh, esa canasta!

ADUANERO
¡Vacía!

SARGENTO 
¡Que pase!

(Por la valla entra más gente, por
una parte y por otra. Todo el mundo
se aleja. La campana del asilo
María Teresa suena a maitines, 
amanece, día de invierno triste y con
niebla. De la taberna salen algunas
parejas que vuelven a casa)

MARCELO
(Marcelo sale de la taberna
y sorprendido ve a Mimí)
¿Mimí?

MIMÍ 
Soy yo. Esperaba encontrarte aquí.

MARCELO 
Sí; estamos aquí desde hace un mes, 
dependemos del posadero 
Musetta enseña canto a los clientes,
yo pinto esos guerreros 
sobre la fachada.

(Mimí tose) 

Hace frío. Entra.

MIMÍ
¿Está Rodolfo?

MARCELO 
Si.

MIMÍ
No puedo entrar. ¡No, no!

MARCELO 
(Sorprendido)
¿Por qué?

MIMÍ
(Rompe a llorar, desesperada) 
¡Oh, querido Marcelo..., 
ayudadme, ayudadme!

MARCELO 
¿Qué ha ocurrido?

MIMÍ 
Rodolfo me ama y huye de mi. 
Rodolfo se retuerce de celos. 
Un paso, un dicho, una caricia,
una flor suscitan su sospecha... 
después, gritos e ira. 
Una noche, por ejemplo, 
finjo estar dormida 
y noto su mirada fija en mi, 
espiándome el sueño. 
Me grita a cada momento: 
¡No lo hagas por mi; 
búscate otro amante!
No lo hagas por mi. ¡Ay de mi! 
Es el monstruo de los celos 
quien habla por su boca pero... 
¿Qué responderle, Marcelo?

MARCELO 
Cuando la situación se pone así, 
no se debe vivir juntos.

MIMÍ 
Dices bien. Conviene separarnos. 
¡Ayúdanos! Ayudadnos vosotros! 
Nosotros ya lo hemos intentado 
otras veces pero... en vano.

MARCELO 
Yo no presiono a Musetta 
y ella no me presiona a mi, 
porque nos amamos con alegría
cantos y risas: así es la flor 
de un invariable amor...

MIMÍ 
Dices bien, dices bien. 
Nos conviene separarnos. 
Haz lo que creas mejor.

MARCELO 
Está bien; ahora lo despierto.

MIMÍ 
¿Está dormido?

MARCELO 
Se ha tumbado aquí 
una hora antes del amanecer. 
Está tumbado sobre un banco.
Mira:

(Le hace un gesto a Mimí para que 
mire por la ventana de la taberna.
Mimí; tose mucho. La compadece)

¡Qué tos!

MIMÍ 
Desde ayer, tengo los huesos rotos. 
Huyó de mi anoche diciéndome: 
"Hemos terminado"
Por la mañana, 
he salido para venir aquí.

MARCELO
(Observa a Rodolfo, en el interior
de la taberna)
Se despereza, se levanta. 
Me busca... Viene.

MIMÍ 
¡Que no me vea!

MARCELO 
Ahora, vuelve a casa... 
Mimí... por caridad, 
¡no hagas aquí una escena!

(Mimí se dirige lentamente hacia 
la esquina de la taberna, pero 
gira curiosa la cabeza. Marcelo 
corre al encuentro de Rodolfo)

RODOLFO 
(Sale de la taberna y camina hacia
Marcelo)
¡Marcelo, por fin!
Aquí no nos oye nadie. 
Quiero separarme de Mimí

MARCELO 
¿Tan voluble eres?

RODOLFO 
Ya, antes, había creído 
muerto mi corazón pero...
esos ojos azules,
con su esplendor, lo reavivaron. 
Ahora, el tedio lo asalta...

MARCELO
¿Y le quieres renovar el funeral?

RODOLFO 
¡Para siempre!

MARCELO 
Cambia de rima. 
De necios es el amor tétrico 
que lágrimas destila;
si no ríe y se divierte 
el amor es flaco y quebradizo. 
¿Estás celoso?

RODOLFO 
Un poco.

MARCELO
¡Colérico, lunático,
lleno de prejuicios, 
ruidoso, testarudo!

MIMÍ
(Para sí)
Ahora lo va a encolerizar, 
¡pobre de mi!

RODOLFO
(Con ademanes irónicos)
Mimí es una fresca
que coquetea con todos:
un moscardón de vizcondesito
le ilumina la mirada, 
ella se levanta la falda 
y le descubre el tobillo 
de manera provocativa y pícara,

MARCELO 
¿Tengo que decírtelo? 
No me pareces sincero.

RODOLFO 
Está bien. No lo soy .
En vano, en vano escondo 
mi verdadera tortura: amo a Mimí 
más que a nada en el mundo, 
¡la amo! 
¡Pero tengo miedo, tengo miedo.!
¡Mimí está tan enferma! 
Cada día está peor. 
¡La pobrecita 
está condenada!

MARCELO
(Sorprendido, con voz ronca) 
¿Mimí?

MIMÍ
(Para sí)
¿Qué querrá decir?

RODOLFO 
Una tos terrible 
su pecho leve sacude. 
y sus mejillas se tiñen 
de gotas rojas de sangre...

MARCELO
¡Pobre Mimí!

MIMÍ 
(para sí, llorando)
¡Ay de mi! ¡Moriré!

RODOLFO 
Mi habitación 
es una guarida escuálida.
El fuego está apagado, 
entra el viento del norte 
y hace remolinos. 
Ella canta y sonríe 
y el remordimiento me muerde.
¡Yo, culpable del mal fatal 
que la está matando!

MARCELO 
¿Qué hacer, pues?

MIMÍ
(desolada, para sí)
¡Oh, mi vida!

(Angustiada)

¡Ay de mí! ¡Se acaba...! 
¡Oh, mi vida! ¡Se acaba...! 
¡Ay de mi! Moriré!

RODOLFO 
Mimí, flor de montaña, 
la pobreza la ha marchitado. 
Para retenerla en la vida 
no basta sólo el amor.

MARCELO 
Pobrecita.
¡Pobre Mimí! 
¡Pobre Mimí!

(Mimí tose entre sollozos
y revelando su presencia)

RODOLFO
(viéndola y acercándose a ella)
¡Qué! ¡Mimí! ¿Tú, aquí? 
¿Me has oído?

MARCELO 
¡Ella estaba escuchando!

RODOLFO 
Fácil al miedo, 
por nada me asusto. 
¡Ven aquí al calor!

(Quiere hacerla entrar 
en la taberna)

MIMÍ
No; 
ese ambiente cargado me sofoca.

(Se oye a Musetta, riendo, 
dentro de la taberna)

RODOLFO
(Estrecha, amorosamente, entre 
sus brazas a Mimí y la acaricia)
¡Ah! ¡Mimí!

MARCELO 
Es Musetta quien ríe.

(Corre a la ventana de la taberna)

¿Con quién ríe? 
¡Ah, descarada! ¡Vas a aprender!

(Entra rápido en la taberna)

MIMÍ
(Desasiéndose de Rodolfo) 
Adiós.

RODOLFO 
(Sorprendido)
¡Qué! ¿Te vas?

MIMÍ
(afectuosamente)
A donde feliz respondió a tu llamada 
de amor, vuelve sola Mimí 
al nido solitario 
vuelve de nuevo 
a bordar falsas flores. 
Adiós, sin rencor. 
Escucha, escucha: 
Las pocas cosas que dejé en tu casa, 
recógelas. En mi cajón 
están el anillito de oro 
y el libro de oraciones. 
Envuelve todo en un atillo; 
yo, mandaré al portero... 
Ten cuidado; debajo de la almohada 
está la gorrita roja, si quieres...
consérvala como recuerdo de amor...
Adiós, sin rencor.

RODOLFO 
Entonces, ya todo ha terminado. 
¡Te vas, te vas
mi palomita? 
¡Adiós, sueño de amor!

MIMÍ
¡Adiós, 
dulce despertar de la mañana! 

RODOLFO 
¡Adiós, vida de ensueño!

MIMÍ
(Sonriendo)
¡Adiós, peleas y celos...

RODOLFO
... que una sonrisa tuya disipaban!

MIMÍ
¡Adiós, sospechas!...

RODOLFO 
Besos.

MIMÍ
¡Punzante amargura...

RODOLFO
...que yo, como verdadero poeta,
rimaba con dulzura!

RODOLFO, MIMÍ
Solos, el invierno es para morirse.

MIMÍ
Solos...

RODOLFO, MIMÍ
Mientras que, en primavera, 
acompaña el sol.

MIMÍ
¡La compañía del sol!

(En la taberna estrépito de 
platos y vasos rotos. Marcelo y
Musetta peleándose)

MARCELO
(desde dentro)
¿Qué hacías? ¿Qué decías 
junto al fuego, a aquel señor?

MUSETTA
(desde dentro)
¿Qué quieres decir?

(Sale corriendo discutiendo)

MIMÍ
Nadie está solo en abril.

MARCELO
(Apoyándose en la puerta
de la taberna, vuelto a Musetta)
En cuanto he llegado yo 
has cambiado de color.

MUSETTA 
(Con actitud provocativa)
Ese señor me decía:
"¿Le gustaría bailar, señorita?"

RODOLFO
Se habla con los lirios y  rosas.

MIMÍ
Salen de sus nidos 
las cigüeñitas gentiles...

MARCELO
¡Vana, frívola, desvergonzada!

MUSETTA 
Ruborizada, yo respondía:
¡"Bailaría hasta el amanecer"!

MARCELO 
Esas palabras esconden 
miras deshonestas.

MUSETTA 
¡Quiero plena libertad!

MARCELO
(Arrojándose, casi, contra Musetta)
¡Te voy a ajustar las cuentas!...

RODOLFO, MIMÍ 
Cuando llegue la primavera 
nos acompañará el sol.

MUSETTA 
¿Por qué me gritas? 
¿Qué me reprochas? 
No estamos casados.

MARCELO 
¡Si te pesco coqueteando...! 
¡Ten cuidado! ¡Debajo de este pelo 
no crecen ciertos ornamentos...!

MUSETTA 
Detesto a los amantes 
que actúan como maridos.

RODOLFO, MIMÍ
Rumorean las fuentes, 
la brisa de la tarde, como bálsamo, 
consuela las penas humanas.

MARCELO 
No voy a ser el hazmerreír 
de tus nuevos pretendientes.
¡Vana, frívola, desvergonzada!
¿Te vas? ¡Te lo agradezco! 

(Irónico)

¡Mejor, ahora salgo ganando!

MUSETTA
Hago el amor con quien me apetece, 
¿no te gusta?
¡Pues, lo hago con quien quiero!
Musetta se va.

MARCELO, MUSETTA
A vuestros pies...

RODOLFO, MIMÍ
¿Quieres que esperemos 
hasta la primavera?

MUSETTA 
Señor: ¡adiós
os digo con gran placer!

MARCELO 
¡Obedezco, y me largo!

(Musetta se aleja, corriendo, 
furiosa; después, se detiene)

MUSETTA
(Gritando)
¡Pintor de brocha gorda!

MARCELO
(Desde el centro grita)
¡Serpiente!

MUSETTA
¡Sapo!

(Sale)

MARCELO
(Vuelve a entrar en la taberna)
¡Bruja!

MIMÍ
(acercándose a Rodolfo)
Siempre tuya... para toda la vida.

RODOLFO, MIMÍ
Nos separaremos...
...en la estación de las flores...

MIMÍ
(con dulzura)
¡Quisiera que el invierno
durase eternamente!

(Lentamente, va cayendo el telón)

RODOLFO, MIMÍ
(Alejándose)
¡Nos separaremos
en la estación de las flores!...

 
ATTO IV
In Soffitta

(La stessa scena del Atto I. Marcello
sta ancora dinanzi al suo cavalletto,
come Rodolfo sta seduto al suo tavolo:
vorrebbero persuadersi l'un l'altro 
che lavorano indefessamente, mentre
invece non fanno che chiacchierare.)

MARCELLO 
(continuando il discorso)
In un coupé? 

RODOLFO
Con pariglia e livree. 
Mi salutò ridendo. 
To', Musetta! Le dissi: 
e il cuor? 
"Non batte o non lo sento 
grazie al velluto che il copre" 

MARCELLO 
(sforzandosi di ridere)
Ci ho gusto davver ! 

RODOLFO
(fra sè) 
Loiola, va! Ti rodi e ridi.

(Ripiglia il lavoro.)

MARCELLO 
(Dipinge a gran colpi di pennello.)
Non batte? Bene! 
Io pur vidi... 

RODOLFO
Musetta? 

MARCELLO 
Mimì. 

RODOLFO
(Ardentemente, smette di scrivere.) 
L'hai vista? 

(Fingendo noncuraza) 

Oh, guarda! 

MARCELLO 
(Smette il lavoro.) 
Era in carrozza 
vestita come una regina. 

RODOLFO
(allegramente)
Evviva ! Ne son contento. 

MARCELLO 
(fra sè) 
Bugiardo, si strugge d'amor.

RODOLFO
Lavoriam. 

MARCELLO 
Lavoriam. 

(Riprendono il lavoro, ma subito 
gettano penne e pennello) 

RODOLFO
(Getta la penna) 
Che penna infame! 

(sempre seduto e molto pensieroso.) 

MARCELLO 
(Getta il pennello.)
Che infame pennello!

(Guarda fissamente il suo quadro, poi
di nascosto da Rodolfo estrae dalla
tasca un nastro di seta e lo bacia.) 

RODOLFO
(Fra sè)
Oh, Mimì tu più non torni. 
Oh, giorni belli, 
piccole mani, 
odorosi capelli, 
collo di neve! Ah! Mimì, 
mia breve gioventù! 

MARCELLO
(Fra sè. Ripone el nastro ed 
osserva di nuovo il suo cuadro)
Io non so come sia 
che il mio pennello 
lavori ed impasti 
colori contro la voglia mia. 

RODOLFO
...collo di neve! Ah! Mimì, 
mia breve gioventù! 

MARCELLO
Se pingere mi piace 
o cieli o terre 
o inverni o primavere, 
egli mi traccia due pupille nere 
e una bocca procace, 
e n'esce di Musetta
e il viso ancor... 

RODOLFO
(Dal cassetto del tavolo leva la
cuffietta di Mimì). 
E tu, cuffietta lieve, 
che sotto il guancial 
partendo ascose, 
tutta sai la nostra felicità, 
vien sul mio cuor! 
Sul mio cuor morto, 
poichè morto amor.

MARCELLO
E n'esce di Musetta 
il viso tutto vezzi e tutto frode. 
Musetta intanto gode 
e il mio cuor vil... 
la chiama e aspetta il vil mio cuor... 

(Pone sul cuore la cuffietta, poi
volendo nascondere a Marcello 
la propria commozione, si rivolge 
a lui e disinvolto gli chiede:)

RODOLFO 
Che ora sia? 

MARCELLO 
(Rimasto meditabondo, si scuote alle
parole di Rodolfo e allegramente gli
risponde:)
L'ora del pranzo...
di ieri. 

RODOLFO 
E Schaunard non torna?

(Entrano Schaunard e Colline, il 
primo porta quattro pagnotte e 
l'altro un cartoccio.) 

SCHAUNARD
Eccoci. 

RODOLFO
Ebben? 

MARCELLO
Ebben?

(Schaunard depone le pagnotte 
sul tavolo. Con sprezzo) 

Del pan? 

COLLINE
(Apre il cartoccio e ne estrae 
un'aringa che pure colloca sul tavolo) 
È un piatto degno di Demostene: 
un 'aringa... 

SCHAUNARD
... salata. 

COLLINE
Il pranzo è in tavola. 

(Siedono a tavola, fingendo d'essere 
ad un lauto pranzo) 

MARCELLO 
Questa è cuccagna 
da Berlingaccio. 

SCHAUNARD
(Pone il cappello di Colline sul 
tavolo e vi colloca dentro una 
bottiglia d'acqua.) 
Or lo sciampagna 
mettiamo in ghiaccio. 

RODOLFO
(a Marcello, offrendogli del pane) 
Scelga, o barone; trota o salmone? 

MARCELLO 
(Ringrazia, accetta, poi si rivolge 
a Schaunard e gli presenta un altro
boccone di pane)
Duca, 
una lingua di pappagallo? 

SCHAUNARD
(Gentilmente rifiuta, si versa un
bicchiere d'acqua poi lo passa a
Marcello; l'unico bicchiere passa da uno
all'altro. Colline, che ha divorato in
gran fretta la sua pagnotta, si alza.) 
Grazie, m'impingua. 
Stasera ho un ballo. 

RODOLFO
(a Colline) 
Già sazio? 

COLLINE
(con importanza e gravità) 
Ho fretta. 
Il Re m'aspetta 

MARCELLO 
(premurosamente) 
C'è qualche trama? 

RODOLFO
Qualche mister? 

(Si alza, si avvicina a Colline, 
e gli dice con curiosità comica:) 

SCHAUNARD
Qualche mister? 

MARCELLO 
Qualche mister? 

COLLINE
(Passeggia pavoneggiandosi con 
aria di grande importanza.) 
Il Re mi chiama 
al Minister. 

RODOLFO, SCHAUNARD, MARCELLO 
(Circondan Colline e gli fanno 
grandi inchini) 
Bene! 

COLLINE
(con aria di protezione) 
Però... vedrò... Guizot! 

SCHAUNARD
(a Marcello)
Porgimi il nappo. 

MARCELLO 
(Gli dà l'unico bicchiere.) 
Sì, bevi, io pappo! 

SCHAUNARD
(Solenne, sale su di una sedia e
leva in alto il bicchiere.)
Mi sia permesso 
al nobile consesso... 

RODOLFO, COLLINE
(interrompendolo e gridando)
Basta! 

MARCELLO 
Fiacco! 

COLLINE
Che decotto! 

MARCELLO 
Leva il tacco! 

COLLINE
(prendendo il bicchiere a Schaunard) 
Dammi il gotto! 

SCHAUNARD
(Fa cenno agli amici di lasciarlo
continuare, ispirato) 
M'ispira irresistibile 
l'estro della romanza!... 

GLI ALTRI 
(urlando)
No! 

SCHAUNARD
(arrendevole) 
Azione coreografica allora?... 

GLI ALTRI
(Applaudendo, circondano Schaunard
e lo fanno scendere dalla sedia.)
Sì! Sì!... 

SCHAUNARD
La danza con musica vocale! 

COLLINE
Si sgombrino le sale... 

(Portano da un lato la tavola e le 
sedie e si dispongono a ballare.) 

Gavotta. 

MARCELLO 
(proponendo varie danze) 
Minuetto. 

RODOLFO
Pavanella. 

SCHAUNARD
(marcando la danza spagnola) 
Fandango. 

COLLINE
Propongo la quadriglia. 

(Gli altri approvano.) 

RODOLFO
(allegramente)
Mano alle dame. 

COLLINE
Io detto! 

(Finge di essere in grandi faccende 
per disporre la quadriglia.) 

SCHAUNARD
(Improvvisando, batte il tempo con
grande, comica importanza.) 
La-lle-ra, la-lle-ra, la-lle-ra, là. 

RODOLFO
(Si avvicina a Marcello, gli fa un 
grande inchino offrendogli la mano.)
Vezzosa damigella... 

MARCELLO 
(con modestia, imitando la voce
femminile) 
Rispetti la modestia.

(con voce naturale) 

La prego. 

(Rodolfo e Marcello ballano 
la quadriglia)

SCHAUNARD
La-lle-ra, la-lle-ra, la-lle-ra, là. 

COLLINE
(ordina le figurazioni)
Balancez. 

MARCELLO 
La-lle-ra, la-lle-ra, la-lle-ra, 

SCHAUNARD
(provocante) 
Prima c'è il Rondò. 

COLLINE
(provocante) 
No, bestia !! 

SCHAUNARD
(con disprezzo esagerato) 
Che modi da lacchè! 

(Rodolfo e Marcello continuano 
a ballare.) 

COLLINE
(offeso) 
Se non erro, 
lei m'oltraggia. 
Snudi il ferro.

(Corre al camino e afferra le molle.) 

SCHAUNARD
(Prende la paletta del camino.
Mettendosi in posizione per battersi)
Pronti. Assaggia. 
Il tuo sangue io voglio ber. 

(Si battono mentre gli altri cantono)

COLLINE
(Fa altrettanto.)
Uno di noi 
qui si sbudella.

(Rodolfo e Marcello cessano dal 
ballare e si smascellano dalle risa.) 

SCHAUNARD
Apprestate una barella. 

COLLINE
Apprestate un cimiter. 

RODOLFO, MARCELLO
(allegramente) 
Mentre incalza la tenzone, 
gira e balza rigodone. 

(Ballano intorno ai duellanti, che
fingono di essere sempre più
inferociti. Si spalanca l'uscio ed 
entra Musetta in grande agitazione.) 

MARCELLO 
(scorgendola) 
Musetta 

MUSETTA 
(ansimante)
C'è Mimì... 

(Con viva ansietà attorniano Musetta.)

C'è Mimì 
che mi segue e che sta male. 

RODOLFO
Ov'è? 

MUSETTA 
Nel far le scale 
più non si resse. 

(Si vede, per l'uscio aperto, Mimì 
seduta sul più alto gradino della scala)

RODOLFO
Ah! 

(Si precipita verso Mimì; Marcello
accorre anche lui.) 

SCHAUNARD
(a Colline) 
Noi accostiamo quel lettuccio. 

(Ambedue la portano nella stanza 
e la stendono sul letto.) 

RODOLFO
Là. 

(agli amici, piano:)

Da bere. 

(Musetta accorre col bicchiere
dell'acqua e ne dà un sorso a Mimì) 

MIMÌ 
(con grande passione) 
Rodolfo! 

RODOLFO
(Adagia Mimì sul letto.) 
Zitta, riposa. 

MIMÌ 
(Abbraccia Rodolfo.)
O mio Rodolfo! 
Mi vuoi qui con te? 

RODOLFO
Ah! mia Mimì, 
sempre, sempre ! 

(Persuade Mimì a sdraiarsi sul letto
e stende su di lei la coperta, poi con
grandi cure le accomoda il guanciale
sotto la testa.) 

MUSETTA 
(Trae in disparte gli altri, e 
dice loro sottovoce:) 
Intesi dire che Mimì, 
fuggita dal Viscontino, 
era in fin di vita. 
Dove stia? 
Cerca, cerca... la veggo 
passar per via 
trascinandosi a stento. 
Mi dice: «Più non reggo... 
Muoio! lo sento... 

(Agitandosi, senz'accorgersene 
alza la voce.) 

Voglio morir con lui! 
Forse m'aspetta... 
M'accompagni, Musetta?... 

MARCELLO 
(Fa cenno di parlar piano e 
Musetta si porta a maggior 
distanza da Mimì.) 
Sst. 

MIMÌ 
Mi sento assai meglio... 
lascia ch'io guardi intorno. 

(con dolce sorriso) 

Ah, come si sta bene qui! 

(alzandosi un poco e 
riabbracciando Rodolfo)

Si rinasce,
ancor sento la vita qui... 
No! tu non mi lasci più! 

RODOLFO
Benedetta bocca, 
tu ancor mi parli! 

MUSETTA 
(da parte agli altri tre) 
Che ci avete in casa? 

MARCELLO 
Nulla! 

MUSETTA 
Non caffè? Non vino? 

MARCELLO 
(con grande sconforto) 
Nulla! Ah! miseria! 

SCHAUNARD
(osservata cautamente Mimì, 
tristemente a Colline, traendolo 
in disparte:) 
Fra mezz'ora è morta! 

MIMÌ 
Ho tanto freddo!... 
Se avessi un manicotto! 
Queste mie mani riscaldare
non si potranno mai?

(Tossisce.) 

RODOLFO
(Prende nelle sue le mani di Mimì
riscaldandogliele.)
Qui nelle mie! Taci! 
Il parlar ti stanca. 

MIMÌ 
Ho un po' di tosse! 
Ci sono avvezza. 

(Vedendo gli amici di Rodolfo, li 
chiama per nome: essi accorrono
premurosi presso di lei.) 
Buon giorno, Marcello, 
Schaunard, Colline... 
buon giorno. 

(sorridendo) 

Tutti qui, tutti qui

(sorridenti a Mimì)

RODOLFO
Non parlar, non parlar. 

MIMÌ 
Parlo piano, non temere.

(facendogli cenno di appressarsi) 

Marcelo date retta: 
è assai buona Musetta. 

MARCELLO 
Lo so, lo so.

(Porge la mano a Musetta. Schaunard
e Colline si allontanano tristemente:
Schaunard siede al tavolo, col viso 
fra le mani; Colline rimane pensieroso.
Conduce Marcello lontano da Mimì, 
si leva gli orecchini e glieli porge
dicendogli sottovoce:) 

MUSETTA
A te, vendi, riporta 
qualche cordial, 
manda un dottore!... 

RODOLFO
Riposa. 

MIMÌ 
Tu non mi lasci? 

RODOLFO
No! No! 

(Mimì a poco a poco si assopisce,
Rodolfo prende una scranna e siede
presso al letto. Marcello fa per 
partire, Musetta lo arresta e lo 
conduce più lontano da Mimì.) 

MUSETTA 
Ascolta! 
Forse è l'ultima volta 
che ha espresso un desiderio, 
poveretta! Pel manicotto 
io vo. Con te verrò. 

MARCELLO 
(commosso)
Sei buona, o mia Musetta. 

(Musetta e Marcello partono frettolosi.) 

COLLINE
(Mentre Musetta e Marcello 
parlavano, si è levato il pastrano, 
con commozione crescente) 
Vecchia zimarra, senti, 
io resto al pian, tu ascendere 
il sacro monte or devi. 
Le mie grazie ricevi. 
Mai non curvasti il logoro 
dorso ai ricchi ed ai potenti. 
Passar nelle tue tasche 
come in antri tranquilli 
filosofi e poeti. 
Ora che i giorni lieti 
fuggir, ti dico: addio, 
fedele amico mio. 
Addio, addio.

(Colline, fattone un involto, se lo pone
sotto il braccio, ma vedendo Schaunard,
si avvicina a lui, gli batte una spalla
dicendogli tristemente:) 

Schaunard, ognuno per diversa via 

(Schaunard alza il capo.) 

mettiamo insiem due atti di pietà; 
io... questo!

(Gli mostra la zimarra che tiene
sotto il braccio) 

E tu... 

(accennandogli Rodolfo chino 
su Mimì addormentata)

lasciali soli là!... 

SCHAUNARD
(Si leva in piedi, commosso) 
Filosofo, ragioni! 

(guardando verso il letto)

È ver!... Vo via! 

(Si guarda intorno, e per giustificare 
la sua partenza prende la bottiglia
dell'acqua e scende dietro Colline
chiudendo con precauzione l'uscio.) 

MIMÌ
(Apre gli occhi, vede che sono tutti
partiti e allunga la mano verso Rodolfo,
che gliela bacia amorosamente.) 
Sono andati? 
Fingevo di dormire 
perché volli con te sola restare. 
Ho tante cose che ti voglio dire, 
o una sola, 
ma grande come il mare, 
come il mare profonda ed infinita... 

(Mette le braccia al collo di Rodolfo) 

Sei il mio amore 
e tutta la mia vita! 

RODOLFO
Ah, Mimì, mia bella Mimì! 

MIMÌ 
(Lascia cadere le braccia)
Son bella ancora? 

RODOLFO
Bella come un'aurora. 

MIMÌ 
Hai sbagliato il raffronto. 
Volevi dir: bella 
come un tramonto. 
"Mi chiamano Mimì, 
il perché non so... "

RODOLFO
(intenerito e carezzevole) 
Tornò al nido la rondine 
e cinguetta. 

(Si leva di dove l'aveva riposta, sul
cuore, la cuffietta di Mimì e gliela
porge.) 

MIMÌ 
(gaiamente) 
La mia cuffietta... 
La mia cuffietta... 
Ah! 

(Tende a Rodolfo la testa, questi 
le mette la cuffietta. Mimì fa sedere
presso a lei Rodolfo e rimane
colla testa  appoggiata sul petto 
di lui.) 

Te lo rammenti 
quando sono entrata 
la prima volta, là? 

RODOLFO
Se lo rammento! 

MIMÌ 
Il lume si era spento... 

RODOLFO
Eri tanto turbata! 
Poi smarristi la chiave... 

MIMÌ 
E a cercarla tastoni ti sei messo!... 

RODOLFO
...e cerca, cerca... 

MIMÌ 
Mio bel signorino, 
posso ben dirlo adesso: 
lei la trovò assai presto... 

RODOLFO
Aiutavo il destino... 

MIMÌ 
(ricordando l'incontro suo con Rodolfo 
la sera della vigilia di Natale) 
Era buio; e il mio rossor 
non si vedeva...

(Sussurra le parole di Rodolfo). 

"Che gelida manina... 
Se la lasci riscaldar!..." 
Era buio e la man 
tu mi prendevi... 

(Mimì è presa da uno spasimo di
soffocazione e lascia ricadere il 
capo, sfinita.) 

RODOLFO
(Spaventato, la sorregge.) 
Oh Dio! Mimì! 

(In questo momento Schaunard 
ritorna: al grido di Rodolfo accorre
presso Mimì). 

SCHAUNARD
Che avvien? 

MIMÌ 
(Apre gli occhi e sorride per
rassicurare Rodolfo e Schaunard.) 
Nulla. Sto bene. 

RODOLFO
(La adagia sul cuscino.) 
Zitta, per carità. 

MIMÌ 
Sì, sì, perdona, 
ora sarò buona. 

(Musetta e Marcello entrano
cautamente, Musetta porta un 
manicotto e Marcello una boccetta.) 

MUSETTA 
(a Rodolfo) 
Dorme? 

RODOLFO
(avvicinandosi a Marcello) 
Riposa. 

MARCELLO 
Ho veduto il dottore! 
Verrà; gli ho fatto fretta. 
Ecco il cordial. 

(Prende una lampada a spirito, la 
pone sulla tavola e l'accende.) 

MIMÌ 
Chi parla? 

MUSETTA 
(Si avvicina a Mimì 
e le porge il manicotto.) 
Io, Musetta. 

MIMÌ 
(Aiutata da Musetta si rizza sul letto, 
e con gioia quasi infantile prende il
manicotto.) 
Oh, come è bello e morbido! 
Non più, Non più le mani 
allividite. Il tepore 
le abbellirà... 

(a Rodolfo) 

Sei tu che me lo doni? 

MUSETTA 
(pronta)
Sì. 

MIMÌ 
(Stende una mano a Rodolfo).
Tu, spensierato! 
Grazie. Ma costerà. 

(Rodolfo scoppia in pianto.) 

Piangi? Sto bene... 
Pianger così, perché? 
Qui.. amor... sempre con te! 
Le mani... al caldo... e... dormire. 

(Mette le mani nel manicotto, si
assopisce inclinando graziosamente la
testa sul manicotto in atto di dormire.
Entrando in coma. Silenzio.
Rassicurato nel vedere che Mimì si è
addormentata, cautamente si allontana
da essa e fatto un cenno agli altri di
non far rumore, si avvicina a Marcello)

RODOLFO
Che ha detto il medico? 

MARCELLO 
Verrà. 

(Fa scaldare la medicina portata 
da Marcello sul fornello a spirito, e
quasi inconsciamente mormora una
preghiera. Rodolfo, Marcello e
Schaunard parlano assai sottovoce 
fra di loro; di tanto in tanto Rodolfo 
ça qualche passo verso il letto, 
sorvegliando Mimì, poi ritorna verso
gli amici.)

MUSETTA
(pregando)
Madonna benedetta, 
fate la grazia a questa poveretta 
che non debba morire. 

(interrompendosi, a Marcello) 

Qui ci vuole un riparo 
perché la fiamma sventola. 

(Marcello si avvicina e mette un libro
ritto sulla tavola formando paravento
alla lampada)

Così. 

(Ripiglia la preghiera)

E che possa guarire. 
Madonna santa, io sono 
indegna di perdono, 
mentre invece Mimì 
è un angelo del cielo.

(mentre Musetta prega, Rodolfo 
le si è avvicinato.) 

RODOLFO
Io spero ancora. 
Vi pare che sia grave? 

MUSETTA 
Non credo. 

SCHAUNARD
(Camminando sulla punta dei piedi 
va ad osservare Mimì, fa un gesto di
dolore e ritorna presso Marcello. Con
voce strozzata) 

Marcello, è spirata... 

(Intanto Rodolfo si è avveduto che il
sole della finestra della soffitta sta 
per battere sul volto di Mimì e cerca
intorno come porvi riparo; Musetta se
ne avvede e gli indica la sua mantiglia,
sale su di una sedia e studia il modo di
distenderla sulla finestra. Marcello si
avvicina a sua volta al letto e se ne
scosta atterrito; intanto entra Colline
che depone del danaro sulla tavola
presso a Musetta) 

COLLINE
Musetta, a voi! 

(Poi visto Rodolfo che solo non riesce
 a collocare la mantiglia corre ad
aiutarlo chiedendogli di Mimì) 

Come va?... 

RODOLFO
Vedi?... È tranquilla. 

(Si volge verso Mimì, in quel mentre
Musetta gli fa cenno che la medicina 
è pronta, scende dalla scranna, ma
nell'accorrere presso Musetta si
accorge dello strano contegno di
Marcello e Schaunard. Con voce
strozzata dallo sgomento)

Che vuol dire 
quell'andare e venire, 
quel guardarmi così... 

MARCELLO
(Non regge più, corre a Rodolfo e
abbracciandolo con voce angosciata
 grida:) 
Coraggio ! 

RODOLFO
(Si precipita al letto di Mimi, la
solleva e scotendola grida colla
massima disperazione. Piangendo) 

Mimì... Mimì!...

(Si getta sul corpo esanime di Mimì)

Mimì... Mimì!...

(Musetta, spaventata corre al letto,
getta un grido angoscioso, buttandosi
ginocchioni e piangente ai piedi di
Mimì dalla parte opposta di Rodolfo.
Schaunard si abbandona accasciato 
su di una sedia a sinistra della scena.
Colline va ai piedi del letto, rimanendo
atterrito per la rapidità della
catastrofe. Marcello singhiozza,
volgendo le spalle al proscenio.) 

FINE DELL' OPERA
ACTO IV
En la Buhardilla

(igual que en el Acto I. Marcelo
ante su caballete; Rodolfo está
sentado, en su mesa. Quisieran
poder concentrarse para trabajar 
pero en cambio no hacen más que
charlar.)

MARCELO
(Continuando la conversación)
... ¿en un carruaje?

RODOLFO 
Con un criado de librea. 
Me saludó riendo. 
¡Eh, Musetta! ...le dije 
¿y el corazón? 
"No late, o yo no lo oigo, 
gracias al terciopelo que lo cubre".

MARCELO
(Esforzándose por reír)
Pues, me alegro por ella.

RODOLFO
(Para sí)
Farsante...Te mueres y ríes

(Retoma el trabajo)

MARCELO 
(Pinta una pincelada)
¿No le late? 
Bien, yo he visto también a...

RODOLFO 
¿A Musetta?

MARCELO 
A Mimí.

RODOLFO
(Con viveza, deja de escribir)
¿La has visto?

(Fingiendo indiferencia) 

¡Caramba!

MARCELO
(Deja el trabajo)
Iba en una carroza 
vestida como una reina.

RODOLFO
(Alegremente)
¡Qué bien! Me alegro...

MARCELO
(Para sí)
Mentiroso. Se muere de amor

RODOLFO 
Trabajemos.

MARCELO 
Trabajemos.

(intentan trabajar pero, de 
repente, arrojan pluma y pincel)

RODOLFO
(Arroja la pluma)
¡Qué infame pluma!

(continúa sentado, muy pensativo) 

MARCELO
(Arroja el pincel)
¡Qué infame pincel!

(Observa, fijamente, su cuadro y,
a escondidas de Rodolfo, saca del 
bolsillo un trozo de seda y lo besa)

RODOLFO
(Para sí) 
¡Oh, Mimí, tú ya no vuelves! 
¡Oh, bellos días 
pequeñas manitas, 
cabellos perfumados, 
cuello de nieve...! ¡Ah, Mimí, 
mi breve juventud!

MARCELO
(Para sí. Se guarda la tela 
y observa, de nuevo, su cuadro)
Yo no sé cómo sucede 
pero mi pincel 
trabaja y empasta colores
contra mi voluntad.

RODOLFO 
... cuello de nieve! 
¡Ah, Mimí, efímera juventud ...!

MARCELO 
Si pintar quiero 
cielos y tierras 
o inviernos o primaveras, 
él me traza dos pupilas negras 
y una boca procaz, 
y surge, de nuevo, 
el rostro de Musetta...

RODOLFO
(Del cajón de la mesa, saca el 
sombrerito de Mimí)
Y tú, sombrerito ligero que, 
bajo la almohada, 
dejó ella al marcharse. 
Tú sabes de nuestra felicidad.
Ven a mi corazón, 
sobre este corazón que ha muerto, 
cuando ha muerto el amor...

MARCELO 
...y surge de nuevo 
el rostro de Musetta
todo encanto y travesura
Musetta es feliz y mi vil corazón 
la llama y espera...

(Rodolfo lleva el sombrero de Mimí 
a su corazón; después, ocultando 
su emoción a Marcelo, se vuelve,
desenvuelto, y le pregunta...)

RODOLFO 
¿Qué hora será?

MARCELO
(Permanece meditabundo, 
escuchando las palabras de  
Rodolfo y alegre le responde)
La hora de comer... 
de ayer.

RODOLFO
Y, Schaunard, ¿no ha vuelto?

(Entran Schaunard y Colline
con cuatro panes y un paquete 
que dejan sobre la mesa)

SCHAUNARD 
Aquí estamos.

RODOLFO
¿Qué hay?

MARCELO 
¿Qué hay?

(Schaunard pone los panes sobre 
la mesa. Con displicencia) 

¿Sólo pan?

COLLINE
(Del paquete saca un arenque que
también coloca sobre la mesa)
Es un plato digno de Demóstenes: 
¡Un arenque!...

SCHAUNARD 
... salado...

COLLINE 
La comida está en la mesa.

(Se sientan a la mesa fingiendo 
asistir a un banquete)

MARCELO 
Éste es un manjar 
propio de reyes.

SCHAUNARD
(Pone el sombrero de Colline 
sobre la mesa y coloca dentro 
una botella de agua) 
Ahora, pongamos en hielo 
el champán.

RODOLFO
(A Marcelo ofreciéndole el pan) 
Elija, barón... ¿trucha o salmón?

MARCELO
(Lo agradece y acepta; luego, 
se vuelve a Schaunard y le 
presenta otro trozo de pan) 
Duque, 
¿una lengua de papagayo...?

SCHAUNARD
(Gentilmente, lo rehúsa; llena un 
vaso de agua que le pasa a
Marcelo; el único vaso pasa
de uno a otro. Colline que ha 
devorado su pan, se levanta) 
Gracias, me engorda; 
esta noche tengo un baile.

RODOLFO
(A Colline)
¿Saciado?

COLLINE
(Con importancia y gravedad) 
Tengo prisa; 
me espera el Rey.

MARCELO
(Con interés) 
¿Alguna intriga?

RODOLFO
¿Algún misterio?

(Se levanta, se acerca a Colline
y le dice con curiosidad cómica)

SCHAUNARD
¿Algún misterio?

MARCELO
¿Algún misterio?

COLLINE
(Se pasea pavoneándose
con aires de gran importancia)
El Rey me llama 
a su servicio.

RODOLFO, MARCELO, SCHAUNARD 
(Rodean a Colline y le hacen 
una gran inclinación)
¡Estupendo!

COLLINE
(con aire protector)
Sin embargo, veré a ... Guizot!

SCHAUNARD
(A Marcelo)
Alcánzame la copa.

MARCELO
(Le da el único vaso)
Sí, bebe; yo zampo.

SCHAUNARD 
(Solemne, se sube a una silla
y levanta en alto el vaso)
¡Os ruego me deis vuestro 
noble consejo!...

RODOLFO, COLLINE
(Interrumpiéndolo y gritando) 
¡Basta!

MARCELO 
¡Asno!

COLLINE 
¡Pesados!

MARCELO
¡Esfúmate!

COLLINE
(cogiendo el vaso a Schaunard)
¡Dame la copa!

SCHAUNARD 
(Con la mirada, indica a los amigos 
que lo dejen continuar, inspirado)
¡La Musa, irresistible, 
me inspira esta canción!...

LOS OTROS
(gritando)
¡No!

SCHAUNARD
(Conciliador)
¿Algo de danza, entonces?...

LOS OTROS
(Aplaudiéndolo, lo rodean 
y hacen bajar de la silla) 
¡Sí! ¡Sí!

SCHAUNARD 
¡Danza y acompañamiento vocal!

COLLINE 
¡Que se despeje la sala!

(Aparta a un lado la mesa y 
la silla y se dispone a bailar)

¡Gavota!

MARCELO 
(Proponiendo distintas danzas)
¡Minueto!

RODOLFO 
¡Pavana!

SCHAUNARD 
(Marcando la danza española)
¡Fandango!

COLLINE 
¡Propongo la "cuadrilla"!

(Los otros la aprueban)

RODOLFO
(alegremente)
Mano a las damas.

COLLINE 
¡Yo dirijo!

(Finge hacer un gran trabajo
para colocar la "cuadrilla")

SCHAUNARD 
(Improvisando, marca el compás
con grandes aspavientos)
¡Laralá, laralá, laralá.....!

RODOLFO
(Se acerca a Marcelo, y se
inclina ofreciéndole la mano) 
Suave damisela...

MARCELO
(Con recato, imitando la voz 
femenina) 
Respete mi inocencia,

(Con su voz) 

se lo ruego.

(Rodolfo y Marcelo bailan 
la "cuadrilla")

SCHAUNARD
¡Laralá, laralá, laralá.....!

COLLINE
(Dirige los pasos de baile)
¡Balancez!

MARCELO
¡Laralá, laralá, laralá.....!

SCHAUNARD
(Provocador) 
¡Primero está el Rondó!

COLLINE
(provocador)
¡No, bestia!

SCHAUNARD
(Con exagerado desprecio) 
¡Qué modales de lacayo!

(Rodolfo y Marcelo continúan
bailando)

COLLINE
(ofendido)
Si no me equivoco, 
usted me ofende.
¡Desenvaine su espada!

(coge el atizador de la chimenea)

SCHAUNARD
(Coge la paleta de la chimenea
poniéndose en posición de batirse) 
¡Listos! ¡En guardia!
¡Tu sangre quiero beber!

(Se baten, los otros cantan)

COLLINE
(Hace otro tanto)
Uno de nosotros 
quedará sin tripas...

(Marcelo y Rodolfo paran de
bailar, desternillándose de risa)

SCHAUNARD 
¡Preparad una camilla!

COLLINE 
¡Preparad el cementerio!

RODOLFO, MARCELO
(alegremente)
Mientras sus espadas chocan 
gira y cimbrea el rigodón.

(Rodolfo y Marcelo bailan  
alrededor de los contendientes 
que se dan golpes de espada.  
Entra Musetta, muy agitada) 

MARCELO
(viéndola)
!Musetta!

MUSETTA
(Con la voz rota) 
Es Mimí... 

(Con ansiedad rodean a Musetta)

Es Mimí,
viene trás de mí; se encuentra mal.

RODOLFO
¿Dónde está?

MUSETTA 
Subiendo la escalera; 
no puede más...

(Se ve, por la puerta abierta, a Mimí 
sentada en el ultimo peldaño) 

RODOLFO 
¡Ah!

(Rodolfo se precipita hacia Mimí; 
Marcelo acude también)

SCHAUNARD
(A Colline) 
¡Acerquemos ese camastro!

(Entre los dos, la llevan a la 
cama y la tumban en ella)

RODOLFO 
¡Allí!

(A los amigos, despacio)

¡Algo para beber!

(Musetta acude con el vaso
con agua y le da un sorbo a Mimí)

MIMÍ
(con gran pasión)
¡Rodolfo!

RODOLFO
(Recuesta a Mimí sobre la cama)
Calla. Descansa.

MIMÍ
(Abrazando a Rodolfo) 
¡Rodolfo mío! 
¿me aceptas contigo, aquí?

RODOLFO
¡Oh, Mimí, querida! 
¡Siempre! ¡Siempre!

(Persuade a Mimí que se acueste
sobre la cama y la cubre con la
colcha, después le acomoda la 
almohada bajo la cabeza)

MUSETTA
(Lleva aparte a los demás, 
y en voz baja) 
Supe que Mimí, 
huida de vizcondesito, 
estaba ya en el final de su vida.
¿dónde estaba...?
La busco y la busco... 
y la veo por la calle, 
caminando con  dificultad. 
Me dice: "¡Ya no puedo más!...
¡Me muero!..., ¡lo presiento!...

(Se agita y, sin darse cuenta, 
sube la voz)

¡Quiero morir con él!
Quizá me espera...
¿Me acompañas, Musetta?....

MARCELO
(Hace señas de hablar bajito 
y Musetta se pone a mayor
distancia de Mimí)
Sss!

MIMÍ
Me siento mucho mejor...
¡Déjame que mire alrededor!...

(Sonríe, dulcemente)

¡Ah! ¡Qué bien se esta aquí...!

(Incorporándose un poco, vuelve 
a abrazar a Rodolfo)

Renazco...
Siento la vida, otra vez, aquí.
¡No! ¡No me abandones nunca...!

RODOLFO
¡Bendita boca;
de nuevo me hablas!...

MUSETTA
(A los demás)
¿Qué tenéis en casa?

MARCELO
¡Nada!

MUSETTA
¿No hay café? ¿Ni vino?

MARCELO
(con gran desconsuelo)
Nada. ¡Qué miseria!

SCHAUNARD
(Cauto, observa a Mimí; 
con tristeza le dice a Colline, 
llevándolo aparte)
¡En media hora habrá muerto!

MIMÍ 
¡Tengo tanto frío!... 
¡Si tuvieras un manguito de piel! 
¿Es que mis manos 
nunca van a entrar en calor?

(Tose)

RODOLFO
(Coge entre las suyas las manos
de Mimí calentándoselas)
Aquí, con las mías. ¡Calla!
Hablar te fatiga

MIMÍ 
Tengo un poco de tos. 
Ya estoy acostumbrada.

(Viendo a los amigos de Rodolfo, 
los llama por su nombre;  ellos se
acercan, presurosos, a ella)
¡Buenos días, Marcelo!
Schaunard, Colline... 
¡buenos días!...

(Sonriendo)

¡Todos aquí, todos aquí!

(Sonriendo a Mimí)

RODOLFO
¡No hables, no hables!...

MIMÍ
Hablo despacio; no temas.

(Haciendo un gesto de pesar)

Marcelo hazme caso...
...Musetta es tan buena...

MARCELO
Lo sé, lo sé.

(Toma la mano de Musetta. 
Schaunard y Colline se apartan.
Schaunard con la cara entre las
manos; Colline pensativo.
Musetta se quita los 
pendientes, se los da a Marcelo
y le dice, en voz baja)

MUSETTA 
¡Toma, véndelos! 
Trae cualquier medicamento. 
¡Consigue un médico!...

RODOLFO 
Descansa.

MIMÍ 
¿No me abandonarás?

RODOLFO 
¡No! ¡No!

(Mimí va durmiéndose. Rodolfo
coge una silla y se sienta junto
a la cama. Marcelo se dispone 
a salir; Musetta lo detiene y lo
aleja  de Mimí)

MUSETTA 
¡Escucha! 
Quizás sea esta la última vez 
que ella expresa un deseo, 
¡pobrecita! Por el manguito de piel 
iré yo. Me marcho contigo.

MARCELO
(conmovido)
¡Eres buena, Musetta mía!

(Salen, apresuradamente, ambos)

COLLINE
(Mientras Musetta y Marcelo
cuchichean, se está quitando 
el abrigo, emocionado)
Vieja zamarra, escucha,
yo me quedo en tierra; tú, asciende 
al sacro monte de piedad. 
Recibe mi agradecimiento. 
Jamás encorvaste la espalda 
ante el rico y el poderoso. 
Pasan, en tus bolsillos, 
como en amenos refugios, 
filósofos y poetas. 
Ahora que los días felices 
se nos van, te digo adiós 
fiel amigo mío. 
Adiós, Adiós.

(Lo empaqueta y lo coloca bajo 
el brazo; se acerca a Schaunard,
y le golpea en la espalda 
diciéndole con tristeza)

Schaunard, cada uno a su manera,

(Schaunard levanta la cabeza)

hagamos juntos un acto de piedad; 
yo... esto,

(Le enseña el abrigo que tiene
bajo el brazo)

y tú...

(Señalando a Rodolfo inclinado
sobre Mimí adormilada)

¡Dejémoslos solos allí!...

SCHAUNARD
(se pone en pie, conmovido)
Filósofo, ¡tienes razón!

(Mirando hacia la cama)

Es cierto... ¡Me voy!

(Mira alrededor, y para justificar
su salida coge la botella
del agua y baja detrás de Colline
cerrando con precaución la puerta)

MIMÍ
(Abre los ojos y ve que todos han 
salido y alarga la mano hacia 
Rodolfo, que la besa)
¿Se han ido? 
Fingí estar dormida porque
quería quedarme a solas contigo. 
Tengo tantas cosas que decirte.... 
o una sola, 
pero inmensa como el mar, 
como el mar, profunda e infinita...

(le pone el brazo en el cuello)

¡Tú eres mi amor... 
y toda mi vida!

RODOLFO 
¡Ah! ¡Mimí! ¡Mi bella Mimí!

MIMÍ 
(Deja caer el brazo)
¿Aún soy bella?

RODOLFO 
¡Bella como la aurora!

MIMÍ 
Te equivocas al comparar;
querías decir...
"Bella, como un atardecer". 
"Me llaman Mimí; ¿por qué? 
No lo sé'.

RODOLFO
(enternecido y cariñoso)
Volvió a su nido la golondrina 
y gorjea.

(Saca el sombrerito de Mimí 
de donde lo tenia guardado, 
junto a su corazón)

MIMÍ
(alegremente)
Mi sombrerito! 
Mi sombrerito... 
¡Ah! 

(Acerca la cabeza a Rodolfo,
que le pone el sombrerito
Mimí hace sentarse cerca de ella
a Rodolfo y queda con la cabeza
apoyada sobre el pecho de él)

¿Te acuerdas de cuando 
entré aquí 
la primera vez?

RODOLFO
¡Que si me acuerdo...!

MIMÍ
Se había apagado la llama...

RODOLFO
¡Estabas tan turbada!...
Después, perdiste la llave...

MIMÍ
¡Y te pusiste a buscarla a gatas!...

RODOLFO
...y, buscando, buscando...

MIMÍ
Mi querido señor,
hoy puedo decirlo, 
la encontró usted tan deprisa... 

RODOLFO 
Ayudaba al destino.

MIMÍ 
(Recordando su encuentro con 
Rodolfo la tarde del día de Navidad)
Estábamos a oscuras y, mi rubor 
no se veía.... 

(Susurra las palabras de Rodolfo)

"Qué manita tan fría... 
déjeme caldeársela...". 
Estábamos a oscuras y, 
me cogiste la mano...

(Mimí presa de un espasmo 
de tos, deja recaer la cabeza, 
extenuada)

RODOLFO
(Asustado, la sostiene en sus brazos)
¡Dios mío! ¡Mimí!

(Schaunard entra en ese momento
al grito de Rodolfo corre al lado de 
Mimí) 

SCHAUNARD 
¿Qué ocurre?

MIMÍ
(abre los ojos y sonríe para
tranquilizar a Rodolfo y Schaunard)
Nada; estoy bien.

RODOLFO
(La deja sobre la almohada)
No hables, por caridad.

MIMÍ
Si, si, perdona; 
ahora seré buena.

(Regresan Marcelo y Musetta; 
después, Colline. Musetta pone una 
vela sobre la mesa)

MUSETTA
(A Rodolfo)
¿Duerme?

RODOLFO
(acercándose a Marcelo)
Descansa.

MARCELO 
He visto al doctor. Vendrá. 
Le he dicho que se dé prisa. 
Aquí está la medicina.

(Enciende una lámpara y
la pone sobre la mesa)

MIMÍ
¿Quién está hablando?

MUSETTA
(Se acerca a Mimí y le
da el manguito de piel) 
Yo. Musetta.

MIMÍ
(Con la ayuda de Musetta se 
incorpora y con alegría casi
infantil coge el manguito)
¡Oh, qué bonito y qué blando! 
No tendré más las manos heladas. 
Su tibieza... 
las embellecerá.

(A Rodolfo)

¿Eres tú quien me lo ha comprado?

MUSETTA 
(Rápida)
Sí.

MIMÍ
(tiende una mano a Rodolfo)
¡Tú! Qué inconsciente...
¡Gracias! Lo que habrá costado...

(Rodolfo rompe a llorar)

¿Lloras?...Si estoy bien. 
Llorar así..., ¿por qué? 
¡Aquí... amor... siempre contigo! 
Las manos... al calor... y dormir.

(Pone las manos en el manguito se
adormece inclinando la cabeza
sobre el manguito. Entra en coma.
Silencio. Rodolfo, ya repuesto al
ver que Mimí se ha dormido, se 
aleja de ella y, con el gesto,
indica a los demás que no hagan 
ruido. Se acerca a Marcelo)

RODOLFO
¿Qué ha dicho el médico?

MARCELO 
Que vendrá.

(Calienta la medicina traída por
Marcelo sobre el hornillo encendido, 
y casi inconscientemente murmura
una  plegaria. Rodolfo, Marcelo y
Schaunard hablan muy bajito entre
ellos; de tanto en tanto Rodolfo se
acerca a la cama, vigilando a Mimí,
para después, silenciosamente,  
volver con los amigos)

MUSETTA
(Rezando) 
Señora bendita. 
dale tu gracia a esta pobrecita; 
que no muera...

(Se interrumpe. A Marcelo)

Aquí hace falta una defensa 
pues la llama se agita por el viento.

(Marcelo se acerca y pone un libro 
bajo la mesa como parapeto 
para la llama) 

Así.

(Retoma la plegaria)

Que pueda curarse.
Señora santa, yo soy 
indigna de perdón; 
Mimí, sin embargo, 
es un ángel del cielo.

(Mientras Musetta reza,
Rodolfo se le acerca)

RODOLFO 
Aún tengo esperanza. 
¿Crees que es grave?

MUSETTA 
No creo.

SCHAUNARD
(de puntillas se acerca a la cama,
hace un gesto de dolor y vuelve
apesadumbrado junto a Marcelo.
Con voz ahogada)

Marcelo, ¡ha muerto!

(Rodolfo se percata que el sol
de la ventana va a caer sobre
el rostro de Mimí y se coloca
delante para evitarlo; Musetta
se da cuenta y le da su chal, 
estudiando la forma de colocarlo
sobre la ventana. Marcelo se
acerca a la cama y se aleja
asustado. Entra Colline que
pone el dinero sobre la mesa
cerca de Musetta)

COLLINE
Musetta, para ti.

(Después ve que Rodolfo solo no 
puede colocar el chal y corre a 
ayudarlo preguntando por Mimí)

¿Cómo está?

RODOLFO
Ves... está tranquila.

(Se vuelve hacia Mimí. 
Musetta le hace señas de que la
medicina estará pronto, pero
cuando acude rápido a Musetta, 
se da cuenta de la expresión de 
Marcelo y Schaunard. Con voz 
ahogada por la aflicción dice)

¿Qué quiere decir 
ese ir y venir... 
ese mirarme así...

MARCELO
(No lo soporta, corre hacia Rodolfo
 y abrazándolo, con voz angustiada 
le grita) 
¡Valor!

RODOLFO
(se precipita a la cama de Mimí, la
sacude, grita con desesperación
extrema, llorando)

¡Mimí...! ¡Mimí...!

(Se arroja sobre el cuerpo de Mimí)

¡Mimí...! ¡Mimí...!

(Musetta corre a la cama, lanza
un grito angustioso, arrojándose
arrodillada y llorando a los pies de 
Mimí al otro lado de la cama.
Schaunard se desploma sobre una 
silla a la izquierda de la escena.  
Colline va a los pies de la cama, 
quedando aterrorizado por la  
de la catástrofe. Marcelo solloza, 
volviendo la espalda). 

FIN DE LA OPERA
 

Agradecimiento

Agradecemos especialmente la gentileza de los sitios web: Intermezzo, de Rafael Torregrosa Sánchez; y Kareol, de Eduardo Almagro López, por permitirnos utilizar parte de sus contenidos.